Caso legale:
Il nostro assistito, professionista operante nel settore sanitario, veniva indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia a seguito della denuncia sporta dalla figlia che lo accusava di averla percossa e schiaffeggiata in varie occasioni nonché di non averle prestato la dovuta assistenza familiare.
La vicenda traeva origine dalla situazione di conflitto tra padre e figlia a seguito del carattere ribelle di quest'ultima e dei modi autoritari del genitore.
Abbiamo chiesto che il nostro assistito fosse sottoposto ad interrogatorio dal PM ed abbiamo in quella sede evidenziato che i due episodi in cui il genitore aveva dato alcuni schiaffi alla figlia erano stati determinati da litigi intercorsi tra i due e nello specifico da pesanti offese che la figlia aveva rivolto al padre a seguito delle sollecitazioni che quest'ultimo le aveva rivolto affinché si impegnasse maggiormente nello studio e desistesse dall'uso di sostanze stupefacenti
Abbiamo anche consegnato al PM una serie di foto che dimostravano come l'indagato fosse stabilmente dedito all'assistenza nei confronti della figlia, affetta da deficit motorio.
Il PM, dopo aver esaminato la memoria difensiva da noi redatta nella quale evidenziavamo la carenza del requisito della abitualità delle condotte vessatorie, necessario ai fini della configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia, chiedeva l'archiviazione del procedimento ed il GIP accoglieva la richiesta.