Avvocato Giancarlo P Pezzuti a Napoli

Giancarlo P Pezzuti

Avvocato - english speaking lawyer - criminal lawyer - italian citizenship

Informazioni generali

52 anni, è nato e vive a Napoli. Abilitato al patrocinio innanzi alle Giurisdizioni Superiori Ha perfezionato i suoi studi in ambito penalistico e criminologico, si occupa di tutela dei diritti civili e reati connessi alla emarginazione sociale. Ha citato in giudizio il governo italiano innanzi la CEDU di Strasburgo. Si occupa di estradizioni e reati transnazionali. Ha coadiuvato realtà associative per il supporto dei minori a rischio devianza e per il contrasto alla violenza endofamiliare. E’ membro dell’American Society of Criminology e della National Italian American Bar Association

Esperienza


Cassazione

Il titolare ha conseguito l'abilitazione al Patrocinio innanzi le Giurisdizioni superiori all'età di 39 anni e ha la disponibilità di un ufficio a pochi passi dalla Suprema Corte. Affrontando questioni di diritto che richiedono una revisione da parte della Suprema Corte, tra le sue competenze rientra l'analisi di errori di diritto commessi nei precedenti gradi di giudizio.


Diritto penale

Oltre 20 anni di esperienza in processi relativi a criminalita’ comune e organizzata. Avvocato Cassazionista dal 2013. Consulenza e assistenza processuale per vittime di reati violenti e accesso al fondo di solidarietà presso il Ministero dell'Interno. Docente presso la scuola di formazione forense di SMCV.


Omicidio

Assistenza criminologica, criminalistica, balistica e investigazioni forensi. Lo studio ha maturato esperienza ultraventennale nell'ambito di procedimenti relativi a delitti particolarmente gravi, maturati in ambito familiare, passionale e nell'ambito della criminalità organizzata. Si avvale di esperti e tecnici che offrono il supporto scientifico necessario affinché possano essere valutati scenari complessi e la tipologia di armi utilizzate


Altre categorie

Stalking e molestie, Diritto di famiglia, Violenza, Diritto penitenziario, Diritto internazionale ed europeo, Immigrazione e cittadinanza, Incidenti stradali, Diritto dello sport, Diritti umani, Domiciliazioni e sostituzioni, Eredità e successioni, Divorzio, Adozione, Sicurezza ed infortuni sul lavoro, Truffe, Discriminazione, Sostanze stupefacenti, Diritto immobiliare, Edilizia ed urbanistica, Malasanità e responsabilità medica, Diritto ambientale, Tutela degli animali, Tutela degli anziani, Diritto militare, Gratuito patrocinio, Risarcimento danni.



Credenziali

Speaker ad evento

Diritto tributario penale

IL DIRITTO TRIBUTARIO TRA PROCESSO E NORME - Scuola Forense SMCV - 5/2014

Analisi di operazioni realizzate attraverso un insieme di condotte e di atti negoziali che, sebbene tutti di per sé leciti, apparivano finalizzati ad evadere l'IVA e l'IRPEF, attraverso una vicenda riconducibile all'abuso del diritto in ambito tributario, Commento alla sentenza della Corte di Cassazione, sez. III penale, sentenza 07/07/2011, n. 26723 (Con la decisione in esame, la Cassazione ha ravvisato l'esistenza di una dichiarazione infedele a fronte di una condotta elusiva).

Speaker ad evento

Reati culturalmente motivati

ANTOLOGIA DI DIRITTO PENALE - 10/2014

I reati culturalmente motivati sono illeciti penali alla radice dei quali risiede un autentico conflitto normativo su base culturale, dal momento che, a una valutazione in tal senso espressa dal nostro ordinamento, si affianca una valutazione, degli stessi fatti, di segno opposto da parte del gruppo minoritario di appartenenza dei loro autori. Fatti che a volte sono imposti, talaltra approvati, accettati o anche solo giustificati dalle norme culturali del gruppo minoritario

Esperienza di lavoro

Avvocato ricorrente - CEDU: Italia condannata per i maltrattamenti della polizia e la disapplicazione di norme sanzionatorie

Dal 3/2001 al 6/2025

I fatti sono quelli consumati a Napoli il 17 marzo 2001. Durante la manifestazione “Noglobal” , decine di persone vennero condotte presso la Caserma Raniero secondo modalità che il Tribunale di Napoli qualificò come “sequestro di persona”. Infatti, nessuna delle oltre 90 persone venne denunciata per gli scontri avvenuti in strada. Il trattenimento presso la Caserma Raniero fu del tutto illegittimo e il trattamento subito dalle persone ivi condotte fu “inumano e degradante”. Il caso deciso oggi dalla1a sezione della Cedu era stato promosso nel 2015 dallo scrivente Avvocato Pezzuti in favore di un giovane collega, schernito come “avvocatino” dai poliziotti, la cui unica colpa era stata quella di aver accompagnato una manifestante presso un ospedale cittadino. Durante quella che può considerarsi la “prova generale” di quanto accaduto a Genova 4 mesi dopo, il giovane avvocato tentava di contattare il padre, anch'egli avvocato, ma il suo cellulare fu distrutto sotto i piedi di un agente. Offese gratuite e maltrattamenti fisici per le quali nessuno dei poliziotti indagati ha subito conseguenze, né penali, né disciplinari. Solo per alcuni di loro è stato emesso un “richiamo scritto”. Nel corso della lunga procedura conclusasi oggi presso la Cedu di Strasburgo, il Governo italiano aveva offerto la somma di euro 30.000 al ricorrente quale ristoro per i danni morali e materiali patiti. Il ricorrente aveva subordinato l'accettazione di questa somma ma solo se unita alle scuse del Governo italiano e dei due funzionari in servizio presso la Caserma Raniero quel giorno. Scuse che non sono mai formulate, né pubblicamente né privatamente. Oggi la decisione. La Corte di Strasburgo ha preso atto che “Il Governo ha inoltre sostenuto che quelli che ha descritto come "atti deplorevoli" commessi da agenti di polizia durante le operazioni di identificazione costituivano reati e che lo Stato italiano aveva risposto adeguatamente, attraverso i tribunali, al fine di ripristinare lo stato di diritto, che era stato compromesso. Il Governo ha inoltre dichiarato di condividere pienamente le risultanze dei tribunali nazionali, che avevano duramente condannato la condotta degli agenti di polizia coinvolti.” e dal momento che il governo non ha contestato quanto statuito dai tribunali nazionali, la Corte Europea ha ritenuto provato i lamentati maltrattamenti e ha affermato che il ricorrente è stato sottoposto a un trattamento contrario all'articolo 3 della Convenzione, come tale deve essere considerato sia inumano che degradante La Corte ha altrsì precisato che (90) “affinché un'indagine possa essere considerata efficace ai sensi dell'Articolo 3, dovrebbe essere in grado di portare all'identificazione e alla punizione dei responsabili. In caso contrario, il divieto legale generale di tortura e di trattamenti inumani e degradanti, nonostante la sua importanza fondamentale, sarebbe inefficace nella pratica e in alcuni casi sarebbe possibile per gli agenti dello Stato abusare dei diritti di coloro che sono sotto il loro controllo con virtuale impunità” Inoltre “è della massima importanza che i procedimenti penali e la condanna non siano prescritti e che misure come la concessione di un'amnistia o di un indulto non siano ammissibili Per quanto riguarda le misure disciplinari, la Corte ha in molte occasioni stabilito che, qualora un agente dello Stato sia stato accusato di reati che comportano maltrattamenti, è importante che egli o ella sia sospeso dal servizio durante l'indagine o il processo e licenziato in caso di condanna” Peraltro “la Corte non è convinta che la risposta delle autorità, in particolare per quanto riguarda le pene sospese e le pene accessorie e la non divulgazione sul casellario giudiziale, possa essere considerata adeguata in considerazione della gravità degli atti per i quali gli ufficiali sono stati condannati nella loro qualità di agenti dello Stato ”. Infatti “la Corte non è persuasa che la risposta complessiva delle autorità ai maltrattamenti contestati nel presente caso possa essere considerata adeguata in termini di capacità di punire il trattamento inumano e degradante in questione e di avere un sufficiente effetto deterrente”

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Lo studio

Giancarlo P Pezzuti
Via P. Frustaci 10
Napoli (NA)

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