Avvocato Gino Di Mascio a Pescara

Gino Di Mascio

Avvocato


Informazioni generali

L'Avv. DI MASCIO, dopo aver conseguito a Roma un Master Breve in Diritto Bancario e Finanziario, opera da anni prevalentemente in tale settore, patrocinando gli interessi dei clienti nei confronti delle banche. Ha conseguito l'abilitazione per l'iscrizione all'albo dei soggetti incaricati delle funzioni di gestione e controllo delle procedure di cui al codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza. Si occupa, altresì, di infortunistica stradale e diritto delle assicurazioni, successioni ed azioni di risarcimento del danno da responsabilità medica.

Esperienza


Diritto bancario e finanziario

L'aver conseguito a Roma un Master Breve in Diritto Bancario e Finanziario


Usura

Ho patrocinato diversi procedimenti di questo tipo, oltre che in diritto finanziario.


Recupero crediti

Ne ho seguiti molti. Quasi tutti con esito positivo per il cliente creditore.


Altre categorie:

Incidenti stradali, Sovraindebitamento, Diritto civile, Investimenti, Eredità e successioni, Fallimento e proc. concorsuali, Diritto assicurativo, Pignoramento, Contratti, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Multe e contravvenzioni, Tutela del consumatore, Risarcimento danni, Malasanità e responsabilità medica, Mediazione, Negoziazione assistita, Cassazione.


Referenze

Titolo professionale

Master Breve in Diritto Bancario e Finanziario a Roma

Altalex - 12/2012

Attestato di partecipazione al master. Mi ha consentito di acquisire tutti quegli strumenti normativi e giurisprudenziali essenziali per la migliore tutela dei diritti degli utenti bancari, nonchè di conoscere le dinamiche e le "logiche" attraverso le quali le banche e gli intermediari finanziari operano nel mercato del credito e della finanza.

Caso legale seguito

Definizione posizione debitoria cliente verso banca con accordo transattivo

2023 Pescara

Ho appena definito, con accordo transattivo, una posizione debitoria di una cliente nei confronti di un primario Istituto Bancario Italiano. A seguito della sottoscrizione, nel lontano 2014, di un mutuo fondiario per un importo di €. 190.000,00 per l'acquisto della propria abitazione principale, la mia cliente non è riuscita ad onorare il piano di ammortamento, maturando un debito, tra rate non pagate, interessi di mora maturati e capitale residuo da rimborsare, di circa €. 240.000,00. La procedura di sovraindebitamento, in origine attivata, non è stata omologata dal tribunale Competente stante il voto contrario della stessa banca, titolare di una quota percentuale del credito superiore al 60%. Successivamente ed all'esito di tutta una serie di contestazioni circa la regolarità e legittimità del contratto di mutuo e dopo un lungo quanto estenuante periodo di trattative, si è finalmente giunti ad un accordo transattivo in forza del quale la banca, a fronte di un credito consolidato di circa €. 240.000,00, si è dichiarata disposta ad accettare, a saldo e stralcio ed a definizione di ogni e qualsiasi pretesa creditoria vantata nei riguardi della cliente, un importo di "appena" €. 110.000,00 con conseguente obbligo, da parte della stessa banca, di provvedere alla cancellazione del nominativo della mia cliente dalla Centrale Rischi di Banca d'Italia oltre che da tutte le altre Banche Dati Private, con conseguente ritorno "in bonis" della cliente.

Caso legale seguito

Contenzioso in materia di vendita di prodotti finanziari "tossici"

Anno 2012 primo grado. Anno 2019 appello

Contenzioso promosso da un cliente nei confronti di una delle maggiori banche italiane. Si trattava della vendita, da parte della banca ed in "favore" del cliente, di un prodotto finanziario che si concretizzava in una pluralità di operazioni economiche funzionalmente collegate, che prevedeva un finanziamento originario, fittiziamente erogato dalla banca, per un importo di €. 170.000,00, con il quale venivano acquistati dei titoli obbligazionari emessi dalla stessa banca oltre che quote di un fondo comune di investimento chiamato "Ducato Azionario Europa" a fronte del quale la cliente avrebbe dovuto corrispondere alla banca gli interessi ogni tre mesi. L'importo fittiziamente erogato dalla banca veniva, quindi, sottoposto a pegno a favore della medesima banca, a garanzia del suo totale rimborso, mentre le rate rimborsate trimestralmente dalla cliente avrebbero garantito il rimborso dei soli interessi e non anche della quota capitale, che doveva essere, invece, restituita alla banca alla fine del piano ed in unica soluzione. Il processo promosso dalla cliente ha consentito di accertare la NON meritevolezza giuridica del prodotto finanziario venduto dalla banca, in quanto il rischio ad esso intrinsecamente connesso era sbilanciato tutto in favore della banca ed a totale carico del cliente. In primo grado la banca è stata condannata al rimborso dell'intero ammontare degli interessi ricevuti per un importo di circa €. 145.000,00, oltre ad €. 10.000,00 per lite temeraria ex art. 96 cpc e spese legali. Sentenza confermata anche in appello. Contro la decisione la banca non ha interposto ricorso per Cassazione.

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Lo studio

Gino Di Mascio
Via Bruno Buozzi N. 93
Pescara (PE)

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