Pubblicazione legale:
Corte di Cassazione, Sezione I Civile, Ordinanza 18 settembre 2025, n. 25555.
Con la pronuncia in esame, la Suprema Corte torna a ribadire un principio ormai consolidato nell'ordinamento: l'omesso ascolto del minore infradodicenne capace di discernimento, o del minore che abbia compiuto i dodici anni, costituisce una causa di nullità del provvedimento giurisdizionale che lo riguarda.
L'analisi si concentra sulla natura giuridica dell'ascolto, che non va configurato come un mezzo di prova (quale una testimonianza), ma come un adempimento processuale imprescindibile che attua il principio del contraddittorio in senso sostanziale. La sua omissione, pertanto, non integra una mera irregolarità, ma un vizio che inficia la decisione su un duplice piano:
- Vizio procedurale: Per violazione del diritto del minore a partecipare al procedimento che incide sulla sua sfera personale e del principio del giusto processo sancito dall'art. 111 della Costituzione.
- Vizio sostanziale: Poiché la decisione risulta priva di un elemento conoscitivo fondamentale per la corretta valutazione del preminente interesse del minore.
Il provvedimento si inserisce in un solco giurisprudenziale pacifico, che ha progressivamente trasformato la concezione del minore da "oggetto" di protezione a pieno "soggetto" titolare di diritti, in linea con le fonti sovranazionali, dalla Convenzione di New York del 1989 fino al Regolamento UE 2019/1111 ("Bruxelles II ter"). La disamina, quindi, verte sulla sanzione della nullità come atto dovuto a fronte della violazione di una garanzia processuale rafforzata, da ultimo disciplinata con la Riforma Cartabia negli artt. 473-bis.4 e 473-bis.5 c.p.c..
Fonte: Avv. Giovanni Caviglia - leggi l'articolo