IUSTLAB

Buoni fruttiferi postali: poste italiane deve pagare quanto riportato sull’effetto.

Scritto da: Giovanni Longo - Pubblicato su IUSTLAB




Pubblicazione legale:

 

Buoni fruttiferi postali serie P e serie Q: poste italiane deve pagare quanto riportato sull’effetto.

E’ quanto è stato confermato dalla recente sentenza del Tribunale di  Milano n. 91/2020 del  09 Gennaio 2020, in linea peraltro con la precedente giurisprudenza.

La materia del contendere riguardava le rendite e/o tassi di intersse da applicarsi dal ventunesimo al trentesimo anno della loro emissione.

E’ un caso speculare a molti altri, ovvero la circostanza che detti buoni appartenevano alla serie “P”, ma riportavano sul fronte apposto con timbro la dicitura “serie P/Q”.

Detto timbro modificava i rendimenti dei buoni solo per i primi 2o anni, mentre per l’ultimo decennio nulla veniva disposto.

Secondo il Tribunale occorre dare forza e valore fra le parti a quanto è stato contrattualmente pattuito.

In pratica le Poste hanno utilizzato i moduli già pre-stampati della precedente serie P, mettendo un timbro e qualificandoli come “serie Q”, senza però correggere o novare interamente i rendimenti trentennali della tabella (in particol modo per quanto concerne gli ultimi dieci anni dal ventesimo al trentesimo).

Per tale motivo Poste italiane è tenuta ad adempiere al contratto con il sottoscrittore così come risulta dal tenore del titolo, in quanto  l’art. 4 del DM 13.6.1986 fa riferimento alla (sola) tabella stampata sui buoni fruttiferi postali.

sent. trib. milano 91.2020 buoni postali.



Pubblicato da:


Giovanni Longo

Avvocato civilista tributarista