Pubblicazione legale:
La pubblicità posta in essere dalla fallita Intermarket Diamond Businnes S.p.a. e il documento di informativa per l’acquisto dei diamanti consegnato recitavano però: “l’investimento in diamanti, per sua natura, non persegue finalita’ speculative nel breve termine, ma conservative nel lungo periodo, tendenti a tutelare il potere di acquisto della somma utilizzata.” …la Intermarket Diamond Businness garantisce al cliente, in ogni momento, l’assistenza per il ricollocamento dei diamanti acquistati… cio’ nella massima trasparenza, facendo riferimento alle quotazioni pubblicate trimestralmente dall’azienda su ‘Il Sole 24 ore’ utilizzate sia per l’acquisto che per la rivendita.” … il ricollocamento ha un costo per commissioni. le percentuali sono inversamente variabili alla durata dell’investimento; tanto piu’ basse quanto piu’ perdura il possesso. una scelta coerente con la natura conservativa dell’investimento e finalizzata a scoraggiare i disinvestimenti nel breve periodo ed evitare la tendenza ad operazioni speculative”.
Sempre dal sito di Intermarket Diamond Businness si leggeva: “Come a tutti noto, il mercato del diamante da investimento venduto pel tramite del canale bancario è stato oggetto di una importante campagna mediatica di discredito, che ha indotto grave turbativa del mercato e che ha spinto gli acquirenti a valutare il proprio acquisto come avvenuto a prezzo incongruo ed effettuato con modalità di scarsa trasparenza e di non adeguata informazione da parte degli operatori interessati. Questa percezione, da parte dell’acquirente, ha determinato un eccesso di offerta che, a fronte di una domanda bloccata dallo screditamento mediati co, ha impedito nell’ultimo anno ogni possibilità di disinvestimento da parte degli acquirenti. Circostanza, questa, che ha aggravato la percezione negativa: si è così creato, nell’opinione pubblica, un clima di allarme.”. Ed ancora: “Ma proprio a seguito di questa campagna, il mercato dei diamanti è stato travolto da un vero e proprio shock e sta vivendo, oggi, la stessa situazione che ha attraversato il mercato immobiliare all’indomani della cosiddetta “bolla immobiliare”: un giorno qualcuno grida che i prezzi degli immobili sono gonfiati, si diffonde il panico, si crea un’ondata di vendite. Nessuno, in una situazione simile, è disposto a comprare: ne conseguono discesa dei prezzi e difficoltà a vendere. Vale sia per gli immobili che per i diamanti. La difficoltà a vendere ha un’immediata conseguenza: chi vuole vendere oggi un diamante trova acquirenti solo tra gli speculatori. Da questa constatazione nasce il consiglio che IDB dà a tutti i possessori di diamanti: se non avete urgenze particolari, è meglio aspettare a vendere, aspettare soprattutto che il mercato abbia riassorbito lo shock subìto e che sia tornato alla normalità. Un altro consiglio: se si vuol capire quale sia il valore del proprio diamante (senza gli importanti servizi offerti da IDB), il prezzo non va chiesto allo speculatore disposto a comprarvelo oggi, nel mezzo della peggior crisi che il diamante abbia attraversato in Italia; è meglio andare da un operatore serio a chiedere a quanto si potrebbe comprare un diamante identico a quello posseduto”.
E’ palese la violazione delle norme del TUIF da parte dei soggetti collocatori ed il buon diritto dei consumatori che sono rimasti invischiati in questo spiacevole acquisto a poter tentare di recuperare i denari spesi, anche alla luce delle pronunce dell’Autorità Garante.
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