Avvocato Giulia Piazza a Belluno

Giulia Piazza

Avvocato civilista e penalista


Informazioni generali

Dopo la laurea magistrale in giurisprudenza, ho svolto il tirocinio presso uno studio legale strutturato, occupandomi di redazione atti e pareri, consulenze e processi in materia civile e penale. Questa esperienza mi ha fornito una solida base, poi implementata negli anni, grazie alla preziosa collaborazione con altri studi e la gestione di numerosi casi, nelle più svariate branche del diritto. Dal 2017 esercito la professione in proprio, offrendo assistenza qualificata in campo stragiudiziale e giudiziale, a privati e aziende. Mi dedico con passione al costante aggiornamento, per garantire soluzioni rapide ed efficienti

Esperienza


Diritto penale

I casi che seguo abitualmente riguardano delitti contro la persona (specialmente connessi alla famiglia alle dinamiche di separazione dei coniugi), delitti contro il patrimonio, nonchè reati in materia di immigrazione (ingresso e soggiorno illegale, espulsioni amministrative e giudiziali ecc). Ho superato con profitto il corso biennale di formazione tecnica e deontologica dell'avvocato penalista, organizzato dalla Camera Penale Guido Sorbara di Treviso, valido per l'iscrizione all'elenco nazionale dei difensori d'ufficio. Sono abilitata al patrocinio a spese dello Stato.


Reati contro il patrimonio

Ho seguito casi di furti, truffe, appropriazione indebita, circonvenzione di incapace, tutelando sia l'imputato che persona offesa


Diritto di famiglia

Una delle mie specializzazioni è il diritto di famiglia. Ho seguito casi di separazioni e divorzi, con figli minori e maggiorenni. Mi approccio con la massima sensibilità ad ogni caso, dedicando particolare attenzione alla tutela dei minori. Collaboro attivamente con una mediatrice familiare, che offre il suo importante contributo nei casi più conflittuali. Il mio obiettivo principale è il mantenimento delle relazioni significative tra tutti i membri della famiglia, tutelando il diritto-dovere dei genitori di partecipare alla crescita ed educazione dei figli e garantendo la continuità affettiva.


Altre categorie:

Immigrazione e cittadinanza, Eredità e successioni, Separazione, Divorzio, Incapacità giuridica, Recupero crediti, Mediazione, Domiciliazioni, Gratuito patrocinio, Fallimento e proc. concorsuali, Pignoramento, Diritto condominiale, Multe e contravvenzioni, Tutela del consumatore, Negoziazione assistita, Tutela degli anziani, Sostanze stupefacenti, Unioni civili, Diritto civile, Matrimonio, Affidamento, Tutela dei minori, Contratti, Locazioni, Sfratto, Incidenti stradali, Risarcimento danni.


Referenze

Titolo professionale

Corso di specializzazione in Diritto penale della famiglia

Aiaf Veneto - 1/2023

Il diritto di famiglia nel diritto penale, in particolare i delitti contro la persona e l'incolumità individuale applicati alle relazioni familiari, i delitti afferenti alla sfera sessuale nel contesto familiare con attenzione ai reati commessi via internet; gli abusi familari durante la fase delle indagini preliminari e gli ordini di protezione ex art.342 bis c.c., diritti della persona offesa vs diritti dell'indagato; giustizia riparativa tra esperienze e prospettive.

Pubblicazione legale

I reati informatici

Pubblicato su IUSTLAB

Poter pagare o acquistare con un semplice “click” ha indubbiamente semplificato la vita di molti cittadini, soprattutto in questo ultimo anno di chiusura forzata, ma allo stesso tempo sono aumentate a dismisura le segnalazioni di chi incappa in spiacevoli episodi di “phishing”, o di “crimeware”. Cosa vogliono dire questi paroloni di derivazione anglosassone? Purtroppo nulla di buono, anzi, esattamente il contrario. Si tratta di reati informatici, posti in essere dai sempre più diffusi hacker, che grazie alle loro abilità, riescono ad entrare in possesso delle credenziali degli utenti, con fini illeciti: dalla manomissione dei conti bancari, alla vendita dei dati personali sul mercato del web, con rilevanti guadagni. Il phising è una frode che consiste nel tentativo di carpire informazioni personali degli utenti, tramite l’invio di messaggi contraffatti, ma in apparenza provenienti da soggetti affidabili, ad esempio la banca o la posta. Questi messaggi, di solito spediti e-mail, sms e whatsapp, invitano a collegarsi al sito dell’istituto, tramite un link, che verifica e registra i dati riservati. In realtà, il sito a cui sia accede è un sito “fake” o pirata, che copia esattamente quello ufficiale per appropriarsi dei dati, e utilizzarli per fini illegali. Il crimeware, invece, è un furto dell’identità elettronica, legato alla contaminazione dei dispositivi mobili (smartphone, pc, tablet), mediante virus informatici che si installano da remoto, ovvero a distanza, e mediante i quali si possono reperire e copiare i dati personali. Le vittime di questi crimini non sono solo i consumatori, ma spesso anche grosse compagnie, o istituti di credito. Un paio di mesi fa è capitato anche alle catene Coop ed Esselunga: i malintenzionati si sono spacciati per i due supermercati in modo da far pensare all’utente che la comunicazione riguardasse una specie di lotteria, con in palio dei buoni da spendere al supermercato. Per partecipare, bisognava rispondere alle domande di un questionario, cui accedere attraverso un link inviato via whatsapp e finalizzato a carpire i dati riservati. Per contrastare questo fenomeno in evoluzione, oltre ad una dotazione minima di protezione tramite antivirus periodicamente aggiornati, occorre innanzitutto cautela, seguendo delle semplici regole di buona pratica; ad esempio, modificare frequentemente le password di accesso ai dispositivi, verificare l’indirizzo e-mail del mittente e fare attenzione all’utilizzo di link e download. Una volta che la truffa si è consumata sarebbe opportuno salvare una copia dei messaggi e files relativi al reato, che possono rivelarsi utili per individuare il colpevole e ottenere un risarcimento. La polizia postale protegge e informa i cittadini su tutti i reati relativi a dispositivi o comunicazioni telematiche, a distanza e con mezzi elettronici, o realizzati attraverso di essi. L’agente di polizia, prontamente contattato, saprà dare gli opportuni suggerimenti e comunicare la sede più vicina dove sporgere denuncia, nei casi previsti. Molti pensano che i crimini online galleggino ancora in una sorta di vuoto legale, ma non è così. I crimini informatici sono reati a tutti gli effetti che, seppur non specificamente disciplinati, vengono ricondotti ad altre fattispecie già presenti nel codice penale quali la truffa, l’accesso abusivo a un sistema informatico o telematico e la frode informatica. Segnalare o denunciare il reato è molto importante, perché consente di stimolare l’attività di indagine e prevenire la diffusione delle truffe, oltre a tutelare la vittima da un possibile coinvolgimento in procedimenti penali, scaturiti dall’illecito impiego dei dati sottratti.

Pubblicazione legale

Disagio giovanile e reati. Delitti virtuali ma molto concreti

Pubblicato su IUSTLAB

Lo raccontano la cronaca e le statistiche: il disagio giovanile, accresciuto dal biennio pandemico, ha imboccato una strada pericolosa L’isolamento ha contribuito ad aumentare soprattutto i reati commessi online e gli episodi di adescamento in rete. Non solo vittime, ma sempre più spesso autori di reati: frodi informatiche, cyberbullismo, istigazione al suicidio, pornografia minorile... delitti che si consumano principalmente nel mondo del web e dei social network, luogo virtuale dove i giovani hanno visto confinare il proprio tempo scolastico e quello di svago Tramite lo smartphone, tutte le forme di prepotenze virtuali si amplificano, attraverso la condivisione nei vari gruppi di messaggistica istantanea e sui social network di immagini e di filmati sessualmente espliciti, anche tra minori, molto spesso inconsapevoli della gravità della condotta. Infatti, la circolazione di tali immagini (cosiddetto sexting, di per sé lecito tra maggiorenni), può diventare reato, se coinvolge minorenni: ecco che uno scambio consensuale e apparentemente innocuo di messaggi tra adolescenti può sconfinare in gravi condotte illecite, qualora non vi sia un valido consenso alla produzione del materiale, magari frutto di condizionamento o coercizione. Quando il materiale viene diffuso a terzi, si parla invece di sexting secondario, o revenge porn: l’art.612 ter c.p. prevede la pena da uno a 6 anni di reclusione per chi diffonde materiale -in un momento successivo alla sua produzione e di contenuto sessualmente esplicito- nel quale sia rappresentata una persona che non ha prestato il proprio consenso alla diffusione. La norma sanziona le condotte di invio, consegna, diffusione, pubblicazione di materiale video o immagini a carattere sessuale, destinati a rimanere privati al momento della loro produzione; sono punibili anche i soggetti terzi rispetto al protagonista originario, che siano venuti in possesso delle immagini e a loro volta ne procurino la circolazione. Il Revenge Porn lo scorso anno ha fatto registrare un incremento di casi denunciati pari al 110% e il 79% delle vittime sono donne, che a loro insaputa, vengono fotografate o riprese in atteggiamenti intimi dai partner; altre volte, cedono alle richieste dei partner e acconsentono a farsi ritrarre e spesso sono gli ex che, finita la relazione, diffondono le immagini per vendicarsi. La violenza in rete coinvolge i minori anche sotto altre forme, come nei casi di cyberbullismo, fenomeno che comprende tutte le possibili modalità di vessazione sul web (pressioni, molestie, ricatti, ingiurie, denigrazione ecc. ). Quali sono gli strumenti di tutela possibili a fronte del dilagare di questi reati? La prima difesa è sempre la prudenza. Per quanto sembri banale, il primo consiglio è quello di non condividere le chiavi di accesso ai propri dispositivi: rivelando le password, si consegna la totalità delle proprie informazioni, conversazioni, e immagini ad un’altra persona, che in futuro potrebbe disporne in modo illecito (ad esempio, anche il partner, al termine di una relazione amorosa). Se ci si accorge che su internet circolano immagini intime riguardanti la propria persona, è fondamentale chiedere aiuto e denunciare senza timore, conservando tutte le prove che possono essere utili alle Forze di Polizia per identificare l’autore del fatto. ​ Inoltre, è sempre possibile segnalare il reato al titolare del trattamento dati o gestore del sito internet, al fine di ottenere l'oscuramento, la rimozione o il blocco dei propri dati diffusi in rete, oppure rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, che può intervenire anche d’urgenza per la rimozione immediata. Per quanto riguarda il contrasto al cyberbullismo, è stato istituito un tavolo tecnico per la sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno, tramite la promozione di progetti orientati sia al sostegno dei minori vittime di reato, sia alla rieducazione degli artefici di tali condotte, anche attraverso l'esercizio di attività riparatorie o di utilità sociale . Le istituzioni scolastiche sono in prima linea per offrire formazione e sostegno, ma anche le famiglie e i genitori hanno un ruolo importante nel cogliere i segnali e riconoscere il problema. Per supporto e segnalazioni è sempre attivo il numero verde 114, servizio di emergenza dedicato ai minori.

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