Caso legale:
Trattasi di un caso tutt'altro che infrequente. La moglie diveniva assegnataria della casa coniugale in forza dei provvedimenti provvisori ed urgenti resi al presidente del tribunale nel giudizio di separazione personale, ma successivamente l'immobile era oggetto di esecuzione forzata da parte di creditori del marito. Venduta la casa all'asta, era stata ordinato alla moglie di liberarla, ma all'esecuzione promossa dal custode giudiziario (che per legge esercita le azioni occorrenti per conseguire la disponibilità dell’immobile pignorato), la moglie proponeva opposizione affermando che l'esecuzione non poteva essere intrapresa stante il provvedimento di assegnazione della casa in suo favore ed il suo diritto di abitarvi.
Quale avvocato del custode giudiziario ho proposto appello alla sentenza del Tribunale che aveva accolto l'opposizione della moglie all'esecuzione per rilascio, sostenendo che già l'art.155 quater c.c., oggi riprodotto nell'art.377 sexies c.c., aveva implicitamente abrogato l'art.6, comma 6, legge 898/1960 e che di conseguenza oggi il provvedimento di assegnazione della casa coniugale è opponibile ai terzi solo se trascritto ex art.2643 c.c. (contrariamente all'art.6, comma 6, cit., che richiamava l’art.1599 c.c.) e che, in quanto non trascritto, non era quindi opponibile all'esecuzione immobiliare. La Corte di Appello, accogliendo l'impugnazione, ordinava alla moglie di rilasciare la casa coniugale per non essere stato trascritto il provvedimento di assegnazione della casa coniugale.