Avvocato Nicoletta Genovese a Rivello

Nicoletta Genovese

Avvocato civilista, giuslavorista e immigrazionista

Informazioni generali

Sono un avvocato che grazie alla collaborazione con diversi studi legali ha maturato una consolidata esperienza sia nel settore giudiziale che stragiudiziale in materia di diritto civile, diritto dell'immigrazione e diritto del lavoro. In particolare nel settore del diritto civile mi occupo di separazioni, divorzio, contrattualistica, responsabilità civile, infortunistica, infortunistica stradale, recupero crediti, diritto condominiale et al. Mi occupo inoltre di diritto del lavoro e diritto dell'immigrazione. Lo studio è in Basilicata a Rivello in provincia di Potenza, ma fornisco assistenza in tutto il territorio nazionale.

Esperienza


Diritto del lavoro

Mi occupo di assistenza e consulenza in diritto del lavoro, sia in sede giudiziale che stragiudiziale. Aiuto i lavoratori a far valere i loro diritti in diverse situazioni, tra cui Impugnazione di licenziamenti illegittimi, dimissioni per giusta causa, richieste di differenze retributive (ad esempio, straordinari non pagati), controversie per mobbing, straining e stalking sul luogo di lavoro, infortuni sul posto di lavoro. Fornisco inoltre assistenza per l'accesso al fondo di garanzia INPS per il TFR e i crediti di lavoro. Il mio obiettivo è tutelare i lavoratori, offrendo supporto per affrontare e risolvere le ingiustizie subite.


Licenziamento

Ho fornito assistenza a clienti/lavoratori in materia di licenziamento e dimissioni volontarie, sin dalla fase stragiudiziale alla fase giudiziale. Ho fornito assistenza a clienti vittime di straining -mobbing sul posto di lavoro. Ho assistito clienti nelle controversie per differenze retributive e nell'impugnazione dei licenziamenti illegittimi.


Mobbing

Fornisco assistenza in materia di mobbing orizzontale, verticale, ascendente, dequalificazione, demansionamento, sottrazione di mansioni, bossing, straining, stalking sul luogo di lavoro, nonché in tutte le ipotesi di maltrattamenti sul posto di lavoro. L'obiettivo che ci poniamo è quello di addivenire ad una risoluzione della controversia nel minor tempo possibile.


Altre categorie

Sicurezza ed infortuni sul lavoro, Diritto civile, Immigrazione e cittadinanza, Diritto di famiglia, Diritto condominiale, Separazione, Divorzio, Incidenti stradali, Risarcimento danni, Malasanità e responsabilità medica, Negoziazione assistita, Domiciliazioni e sostituzioni, Diritto assicurativo, Recupero crediti, Contratti, Diritto amministrativo, Matrimonio, Diritto militare, Diritto tributario, Diritto bancario e finanziario, Pignoramento, Diritto penale.



Credenziali

Pubblicazione legale

Sicurezza nei Luoghi di Lavoro: Un'Analisi Approfondita dei Principi Fondamentali e delle Normative a tutela dei lavoratori

Pubblicato su IUSTLAB

Introduzione La sicurezza sui luoghi di lavoro è un aspetto cruciale per garantire il benessere dei lavoratori e la produttività delle aziende. Le statistiche mostrano che gli incidenti sul lavoro continuano a rappresentare un grave problema a livello globale, con conseguenze non solo per la salute e la vita dei dipendenti, ma anche per le economie e le organizzazioni. Per questo motivo, la sicurezza sul lavoro deve essere considerata una priorità assoluta, integrando nella cultura aziendale principi di prevenzione, educazione e attuazione di normative adeguate. Normative e Legislazione In molti paesi, la sicurezza sul lavoro è regolamentata da leggi specifiche che obbligano le aziende a prendere misure preventive per ridurre i rischi. In Italia, la legge principale che regola la sicurezza sul lavoro è il Decreto Legislativo 81/2008, che stabilisce le disposizioni minime per la protezione della salute e sicurezza dei lavoratori. Il decreto prevede l'obbligo per il datore di lavoro di adottare misure idonee per la prevenzione degli infortuni, garantire la formazione adeguata, fornire dispositivi di protezione individuale (DPI) e realizzare una valutazione dei rischi. Anche l'Unione Europea ha adottato direttive vincolanti che gli Stati membri devono recepire. La direttiva 89/391/CEE, che stabilisce misure per migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori, si è rivelata una pietra miliare per la definizione di standard comuni in tutti i paesi membri. Principi Fondamentali per la Sicurezza sul Lavoro Il nostro codice civile, con l'articolo 2087, rubricato " tutela delle condizioni di lavoro " prevede un vero e proprio dovere del datore di lavoro di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro. L'imprenditore, ai sensi dell'articolo 2087, è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. Al dovere del datore di lavoro d i garantire un posto di lavoro salubre, corrisponde non solo il diritto del lavoratore ad effettuare la propria prestazione di lavoro in un ambiente di lavoro sicuro, ma anche un dovere dello stesso a contribuire, nell'esercizio della propria attività lavorativa, al mantenimento di un ambiente di lavoro protetto. La sicurezza sul posto di lavoro si fonda su alcuni principi cardine che mirano a ridurre i rischi e a promuovere ambienti di lavoro sicuri: 1. Prevenzione dei rischi: L'approccio preventivo è il principio di base della sicurezza sul lavoro. La valutazione dei rischi deve essere effettuata per ogni attività, identificando pericoli potenziali e adottando misure per eliminarli o ridurli al minimo. 2. Formazione e informazione: I lavoratori devono essere adeguatamente formati sui rischi specifici delle loro mansioni e sui comportamenti da tenere in caso di emergenza. La formazione deve essere continua, per adattarsi ai cambiamenti delle normative e delle tecnologie. 3. Partecipazione dei lavoratori: È fondamentale che i lavoratori siano coinvolti nelle decisioni relative alla sicurezza. La loro esperienza diretta può essere una risorsa fondamentale per identificare rischi e soluzioni pratiche. 4. Controllo e monitoraggio: Le misure di sicurezza devono essere costantemente monitorate, con ispezioni regolari per garantire che siano rispettate. Il monitoraggio può includere anche l'analisi degli infortuni e delle malattie professionali per comprendere le cause sottostanti e prevenire futuri incidenti. 5. Miglioramento continuo: La sicurezza non è un obiettivo statico, ma un processo continuo che implica la revisione periodica delle politiche e la loro evoluzione in base ai cambiamenti nelle normative, nelle tecnologie e nelle pratiche lavorative. Rischi Comuni nei Luoghi di Lavoro Ogni settore ha rischi specifici che richiedono misure preventive particolari. Tuttavia, esistono alcuni rischi comuni che si trovano in numerosi ambienti di lavoro: • Rischi fisici: Tra cui rumore, vibrazioni, esposizione a temperature estreme, radiazioni e illuminazione inadeguata. • Rischi chimici: Esposizione a sostanze pericolose come polveri, gas, fumi o prodotti chimici industriali. • Rischi biologici: Contatto con agenti patogeni, batteri, virus, e funghi, particolarmente rilevante in ambito sanitario. • Rischi ergonomici: Problemi legati alla postura, movimentazione manuale dei carichi, eccessiva permanenza in una posizione statica. • Rischi psicosociali: Stress, mobbing, burnout, e ansia da lavoro. Tecnologie e Innovazione nella Sicurezza sul Lavoro Negli ultimi anni, l'innovazione tecnologica ha avuto un impatto positivo sulla sicurezza sul lavoro. L'uso di dispositivi indossabili, come sensori per il monitoraggio dei segnali vitali, ha permesso una sorveglianza in tempo reale delle condizioni di salute dei lavoratori, in particolare in ambienti ad alto rischio. Inoltre, l'automazione e l'intelligenza artificiale hanno contribuito a ridurre l'esposizione a rischi fisici, affidando ad apparecchiature robotiche compiti pericolosi. Anche la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) sono strumenti promettenti per la formazione sulla sicurezza, permettendo ai lavoratori di vivere simulazioni di situazioni di emergenza senza rischiare danni reali. La sicurezza nei luoghi di lavoro è un tema che richiede costante attenzione da parte di tutti i soggetti coinvolti, dal datore di lavoro al lavoratore stesso. Le normative, sebbene fondamentali, non sono sufficienti se non accompagnate da una cultura della sicurezza che parta dalla prevenzione e dalla formazione continua. L'evoluzione tecnologica offre strumenti sempre più avanzati per migliorare la protezione dei lavoratori, ma il fattore umano rimane sempre al centro della questione. Investire nella sicurezza significa non solo rispettare la legge, ma anche tutelare la salute e il benessere dei lavoratori, contribuendo alla crescita sostenibile e alla competitività dell’imprese. Tuttavia molti sono i casi di infortuni sul lavoro, per questo di fondamentale importanza per ogni lavoratore è sapere come tutelarsi in caso di infortunio sul lavoro. Tutelarsi in Caso di Infortunio sul Lavoro Gli infortuni sul lavoro possono verificarsi anche in ambienti ben protetti e con adeguate misure di sicurezza. È quindi fondamentale che i lavoratori conoscano i diritti e le procedure da seguire nel caso in cui si verifichi un incidente. La tempestività e la corretta gestione dell’infortunio sono essenziali per tutelarsi sia dal punto di vista sanitario che legale. Di seguito sono descritti i principali passi da compiere per tutelarsi in caso di infortunio sul lavoro. 1. Segnalare l’Infortunio al Datore di Lavoro Il primo passo, in caso di infortunio, è segnalare immediatamente l'incidente al datore di lavoro o al responsabile della sicurezza. La segnalazione deve essere fatta appena possibile, anche se si ritiene che l'infortunio sia di lieve entità. La comunicazione tempestiva è essenziale per avviare le procedure di emergenza e per assicurarsi che l'incidente venga registrato correttamente. 2. Rivolgersi a un Medico per la Certificazione dell'Infortunio Anche se l’infortunio sembra non grave, è fondamentale rivolgersi a un medico per una valutazione della salute. Il medico dovrà redigere un certificato medico che attesti le lesioni riportate e la loro gravità. È importante che il medico certifichi l’incidente come infortunio sul lavoro, poiché solo in questo caso il lavoratore avrà diritto a tutte le prestazioni previste dalla legge, come l'indennizzo per infortunio. In caso di infortuni gravi, è fondamentale essere trasportati immediatamente in ospedale o in una struttura sanitaria per le necessarie cure mediche. 3. Compilare il Modulo di Denuncia di Infortunio all'INAIL Una volta ricevuto il certificato medico, il passo successivo è la denuncia dell’infortunio all'INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro). La denuncia deve essere effettuata dal datore di lavoro o direttamente dal lavoratore, qualora quest'ultimo non riceva supporto dalla propria azienda. La denuncia deve essere fatta entro 48 ore dall'incidente. Se l'infortunio non viene denunciato tempestivamente, potrebbero esserci difficoltà nell'ottenere l'indennizzo. L'INAIL è l'ente che gestisce le assicurazioni per infortuni sul lavoro e malattie professionali in Italia e offre copertura economica al lavoratore in caso di infortunio. A seconda della gravità dell'incidente, l'INAIL fornirà un indennizzo che può coprire le spese mediche, i periodi di inabilità temporanea e, in caso di infortuni gravi, anche le indennità per invalidità permanente. 4. Verifica della Responsabilità e Diritto al Risarcimento Se l'incidente è stato causato da negligenza o da un errore da parte del datore di lavoro o di terzi (ad esempio, un'altra azienda che opera sullo stesso cantiere), il lavoratore ha il diritto di chiedere un risarcimento per i danni subiti. Nel caso in cui si ritenga che l'infortunio sia stato causato da una violazione delle norme di sicurezza, il lavoratore può procedere con un'azione legale per ottenere un risarcimento. In questi casi, è consigliabile raccogliere tutte le prove dell'incidente, come fotografie, testimonianze di colleghi e documentazione medica. La consulenza di un avvocato specializzato in infortuni sul lavoro può essere fondamentale per far valere i propri diritti e ottenere un risarcimento adeguato. 5. Indennità per Inabilità Temporanea o Permanente Nel caso di infortunio grave, il lavoratore può avere diritto a un'indennità economica per il periodo di inabilità temporanea (quando non è in grado di lavorare per un determinato periodo). L'INAIL corrisponde una indennità pari a una percentuale della retribuzione, che può variare in base alla gravità dell'infortunio e alla durata dell’incapacità lavorativa. Se l’infortunio porta a un'invalidità permanente, il lavoratore ha diritto a una pensione di invalidità permanente, che viene calcolata in base al grado di invalidità accertato dal medico legale. Il grado di invalidità è espresso in percentuale e determina l’importo dell'indennizzo che verrà erogato. 6. Assistenza Legale Nel caso in cui sorgano difficoltà con il datore di lavoro, con l'INAIL o in caso di controversie legali, il lavoratore può rivolgersi a un avvocato specializzato in infortuni sul lavoro, al fine di ottenere il giusto e soprattutto tempestivo supporto. È di fondamentale importanza, ai fini di una facile risoluzione dei conflitti relativi agli infortuni sul posto di lavoro, farsi assistere da un legale dal primo momento, al fine di ottenere i giusti consigli, anche per la raccolta della documentazione probante l’infortunio stesso. In quanto è fondamentale che il lavoratore conservi tutta la documentazione relativa all'incidente e al trattamento medico ricevuto. Ciò include referti medici, certificati di infortunio, comunicazioni con il datore di lavoro e l'INAIL, e qualsiasi altro documento che possa essere utile per una futura rivendicazione di risarcimento o per la verifica dei propri diritti. Conclusioni Tutelarsi dopo un infortunio sul lavoro significa non solo ricevere le dovute cure mediche, ma anche proteggere i propri diritti attraverso una corretta denuncia dell'incidente, la richiesta di risarcimento e l’assistenza legale in caso di necessità. È essenziale che ogni lavoratore conosca le procedure da seguire e i propri diritti, per garantirsi un adeguato supporto e risarcimento in caso di infortunio, tutelando così il proprio benessere e la propria stabilità economica.

Titolo professionale

Corso di formazione in " Il whistleblowing e le novità della legge n.3/2019 in materia di Anticorruzione"

Università Salerno - 1/2025

Il corso di formazione si è soffermato sulla figura del whistleblowing e sulle novità della legge 3/2019 in materia di anticorruzione. Sottolineando gli intrecci tra la figura del whistleblowing e il diritto del lavoro. Il whistleblowing ( segnalatore di condotte illeciti) oltre ad occupare un ruolo di fondamentale importanza nel settore pubblico e nella repressione della corruzione, occupa un ruolo centrale anche nell'ambito dell'ambiente di lavoro privato al fine di segnalare condotte illecite, tra cui ad es. mobbing, o altre che possono intimare la salubrità dei luoghi di lavoro. La Legge 179/2017 recante “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato” ha esteso la disciplina del whistleblowing al settore privato, mediante la modifica dell’art. 6 del D.Lgs. 231/2001 con l’introduzione dei nuovi commi 2bis, 2ter e 2quater. Queste disposizioni prevedono in particolare la tutela di coloro che abbiano segnalato illeciti di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito delle proprie mansioni lavorative e pongono a carico del datore di lavoro il divieto di porre in essere atti discriminatori o ritorsivi nei confronti del segnalante, con ciò intendendosi il licenziamento ritorsivo, il mutamento di mansioni o qualsiasi altra misura di medesima natura. Grazie a questo corso ho potuto approfondire l'importanza cruciale di segnalare condotte illecite che si possono verificare anche in ambito aziendale al fine di reprimere sul nascere situazioni di vessatorietà ai danni dei lavoratori.

Pubblicazione legale

Il lavoro Straordinario Non Retribuito, il problema dello sfruttamento del lavoratore e i Rimedi Processuali per Ottenere Quanto Effettivamente Spetta al Lavoratore

Pubblicato su IUSTLAB

Introduzione Il lavoro straordinario rappresenta una componente fondamentale nel panorama lavorativo odierno, specialmente in un contesto economico dove le richieste di produttività e flessibilità sono sempre più intense. Tuttavia, uno dei problemi persistenti riguarda la gestione del lavoro straordinario non retribuito o sottopagato , una pratica che ha implicazioni rilevanti non solo per il benessere dei lavoratori , ma anche per la giustizia sociale e la legalità del mercato del lavoro. Quando il lavoro straordinario non viene adeguatamente compensato, i lavoratori si trovano a fronteggiare una duplice difficoltà: il danno economico e la difficoltà di far valere i propri diritti . Questo articolo analizza le implicazioni del lavoro straordinario non retribuito e i rimedi processuali disponibili per i lavoratori al fine di ottenere quanto effettivamente dovutogli. Il Fenomeno del Lavoro Straordinario Non Retribuito Il lavoro straordinario, per definizione, consiste in ore di lavoro che eccedono l'orario normale di lavoro stabilito dal contratto collettivo, dalla legge o da accordi individuali. In molti ordinamenti giuridici, come quello italiano, la retribuzione delle ore straordinarie dovrebbe essere maggiorata rispetto a quella ordinaria, in segno di compensazione per l'incremento dell'intensità lavorativa. Nonostante le chiare normative in materia, il lavoro straordinario non retribuito è una prassi diffusa in molte realtà lavorative, particolarmente nei settori ad alta intensità lavorativa, come il commercio, la logistica, l'industria e i servizi. I lavoratori, a causa della precarietà del loro contratto o per la paura di perdere il posto di lavoro, si trovano spesso a sopportare ore di straordinario non retribuite o retribuite in misura inferiore a quanto previsto dalla legge o dai contratti collettivi. Inoltre, l'assenza di una corretta registrazione delle ore straordinarie lavorate da parte del datore di lavoro rappresenta un ulteriore ostacolo per i lavoratori, rendendo difficile provare l’effettiva prestazione lavorativa. In molti casi, la registrazione delle ore straordinarie è lasciata all’autocertificazione del dipendente, che potrebbe non essere disposto a denunciare un’eventuale irregolarità per paura di ritorsioni. Le Normative sul Lavoro Straordinario e la Retribuzione Dovuta • La normativa nazionale e internazionale stabilisce chiare direttive in merito alla gestione del lavoro straordinario . In Italia, il Codice Civile, l’articolo 2108, stabilisce che le ore di lavoro straordinario devono essere retribuite in misura superiore rispetto a quelle ordinarie. Tale disposizione deve essere letta in “combinato disposto” con quanto previsto dall’articolo 36 della nostra Costituzione, secondo il quale, il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e alla qualità del suo lavoro. Inoltre, il dpr 66 del 2003 ha previsto che orario normale: è fissato in 40 ore settimanali. I contratti collettivi di lavoro, però, possono stabilire una durata minore e riferire l'orario normale alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all'anno. I CCNL sono consultabili attraverso l’Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro del CNEL. • orario massimo : è stabilito dai contratti collettivi di lavoro, ma la durata media dell'orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le 48 ore, comprese le ore di lavoro straordinario. Tale durata media dell'orario di lavoro deve essere calcolata con riferimento a un periodo non superiore a quattro mesi, ma i contratti collettivi di lavoro possono elevare detto limite fino a sei mesi ovvero fino a dodici mesi per specifiche ragioni obiettive, tecniche o inerenti all'organizzazione del lavoro. Queste disposizioni dovrebbero garantire una protezione adeguata ai lavoratori. Tuttavia, nella pratica, numerosi datori di lavoro non rispettano tali norme, riducendo la compensazione per il lavoro straordinario o addirittura non pagando le ore in eccesso. La carenza di controlli e la scarsa trasparenza nei processi di registrazione delle ore lavorate contribuiscono a rendere questa situazione particolarmente difficile da contrastare per i lavoratori. I Rimedi Processuali per Ottenere la Retribuzione Dovuta Quando un lavoratore si trova a non ricevere la corretta retribuzione per il lavoro straordinario svolto, basti pensare ai tanti lavoratori che sono costretti a svolgere un lavoro straordinario ben oltre l’ orario di lavoro o ancora al lavoro straordinario domenicale , ha diritto a intraprendere azioni legali per ottenere quanto gli spetta. In molti ordinamenti, tra cui quello italiano, esistono specifiche azioni processuali e rimedi legali per far valere il proprio diritto alla retribuzione per le ore straordinarie non pagate . 1. Ricorso in sede conciliativa Il primo passo per il lavoratore che intende far valere i propri diritti è solitamente la sede conciliativa, un procedimento extragiudiziale che permette di tutelare i diritti del lavoratore, e magari di raggiungere un accordo conciliativo con il proprio datore di lavoro. 2. Azioni legali in sede giudiziaria Se la conciliazione non porta ad alcun risultato, il lavoratore può intraprendere un'azione legale dinanzi al Tribunale del Lavoro. L'azione legale consiste in un'istanza formale in cui il lavoratore chiede al giudice di accertare il suo diritto a essere compensato per il lavoro straordinario svolto e, se del caso, di ordinare il pagamento delle ore straordinarie non retribuite. 3. Prova del lavoro straordinario e del danno subito Un aspetto cruciale in queste azioni legali è la prova dell’effettivo svolgimento del lavoro straordinario. Il lavoratore può fare affidamento su testimoni, email, comunicazioni aziendali, documenti interni dell’impresa e, in alcuni casi, anche sulla documentazione relativa alle buste paga. Tuttavia, la prova del danno economico subito per il lavoro non retribuito è altrettanto importante, e può essere supportata dalle evidenze contabili e dalle perizie tecniche. È quindi fondamentale per il lavoratore mantenere una documentazione accurata delle ore effettivamente lavorate. 4. L’azione collettiva (Class Action) In alcuni ordinamenti, come quello italiano, esiste la possibilità di avviare azioni collettive per tutelare i diritti di un gruppo di lavoratori. Questo strumento può essere particolarmente utile quando il fenomeno del lavoro straordinario non retribuito interessa un numero elevato di dipendenti di una stessa azienda o settore. L’azione collettiva consente di unire le forze e ottenere risarcimenti più cospicui, oltre a mettere sotto pressione l'azienda per evitare futuri abusi. 5. Risarcimento e sanzioni per il datore di lavoro In caso di esito favorevole per il lavoratore, il giudice può condannare il datore di lavoro al pagamento delle ore straordinarie non retribuite, comprese le maggiorazioni previste per legge, e può anche disporre il risarcimento per eventuali danni morali. Inoltre, qualora il comportamento del datore di lavoro risulti particolarmente grave o doloso, potrebbero essere applicate anche sanzioni amministrative o penali. Conclusioni Il lavoro straordinario non retribuito rappresenta una violazione grave dei diritti dei lavoratori, che comporta danni economici e psicologici, nonché un perpetuarsi delle disuguaglianze sociali e lavorative. Sebbene esistano leggi che regolano la compensazione delle ore straordinarie, il fenomeno dello sfruttamento è ancora diffuso, soprattutto in contesti di scarsa tutela e trasparenza. Tuttavia, il lavoratore ha a sua disposizione una serie di rimedi processuali per ottenere la retribuzione dovuta, che vanno dalla conciliazione all'azione legale dinanzi al giudice del lavoro. In un’ottica di miglioramento della situazione, è fondamentale rafforzare i meccanismi di controllo e aumentare la consapevolezza dei diritti dei lavoratori, al fine di garantire che le norme vengano applicate correttamente e che i lavoratori possano vedere riconosciuti i loro diritti economici e giuridici.

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Lo studio

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C/da Vignale N.12
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