Raffaele Soddu

Sentenza giudiziaria

Condanna il Comune resistente – salva l’adozione del provvedimento di acquisizione sanante ex art. 42 bis del DPR n. 327/2001 - a restituire alla società ricorrente i terreni in epigrafe indicati, previa rimessione in pristino dello stato dei luoghi a propria cura e spese, nonché a corrispondere alla stessa la somma a titolo di risarcimento del danno per mancato godimento dei propri terreni per occupazione illegittima, con rivalutazione monetaria e interessi legali.

Sentenza giudiziaria

E' illegittima l'esclusione dal concorso per mancato superamento della prova di acquaticità. Era onere imprescindibile della resistente quello di dover rappresentare, in modo oggettivo ed univoco, le modalità attraverso le quali la parte non ha superato la prova natatoria, atteso che lo scarto attestato ( 1 secondo), invero presuppone la utilizzazione di strumenti elettronici dotati di altissima precisione, mentre tale risultato è dovuto ad una mera misurazione manuale che, in quanto tale, non offre una oggettiva garanzia dell’esito riportato proprio in relazione al minimo scarto temporale attestato, che può, comunque, essere superato solo attraverso una rigorosissima motivazione della procedura che, nella presente vicenda, è mancata, limitandosi la p.a. a riportare solo l’esito dell’accertamento.

Sentenza giudiziaria

Il TAR ha annullato la nota AGEA che chiedeva la restituzione dei contributi comunitari erogati - titoli DAR - per mancata comunicazione dell'avvio del procedimento e per difetto di istruttoria e motivazione. E' stato ritenuto illegittimo che la Guardi di Finanza prima e AGEA poi non abbiano debitamente e adeguatamente considerato e valutato i sopraggiunti gravi motivi di salute che impedivano alla ricorrente di porre in essere gli impegni presi con la domanda

Sentenza giudiziaria

La distanza, nelle nuove costruzioni, di dieci metri dalle pareti finestrate di edifici frontistanti, prevista dall'art. 9 d.m. n. 1444/1968, va osservata quantunque l'edificio prospiciente sia abusivo.

Caso legale seguito

IL GIP del Tribunale di Sassari ha disposto l'archiviazione di un procedimento penale nei confronti di due infermiere straniere e del direttore sanitario di una RSA presso la quale lavoravano per i reati di cui agli artt. 110, 348 e 356 c.p. L'accusa per le prime era esercizio abusivo della professione infermieristica e per il secondo avere consentito che la esercitassero in mancanza del requisito dell'iscrizione all'Ordine delle Professioni Infermieristiche territorialmente competente. Le due infermiere erano state assunte ai sensi dell'art. 13 d.l. 18/2020 (Deroga delle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie e in materi di cittadinanza per l'assunzione alle dipendenze della P.A.). Sia il Ministero della salute che l’Assessorato regionale dell’Igiene e Sanità avevano ritenuto che tra le norme derogate non vi fosse quella che impone l'obbligo di iscrizione all'Ordine professionale. Accogliendo le tesi della difesa nelle memorie ex art. 415 bis c.p.p., il P.M. ha invece affermato che nel periodo in contestazione – da luglio a dicembre 2022 l’iscrizione al locale ordine professionale non fosse necessaria. Ha chiesto dunque l’archiviazione che è stata poi disposta dal GIP. Qui di seguito un estratto della richiesta del PM.

Sentenza giudiziaria

L'attore aveva conferito incarico a un professionista di preparare la pratica per usufruire del bonus 110, corrispondendogli in anticipo il corrispettivo. Il professionista però, nonostante i reiterati solleciti al disbrigo della pratica, non ha mai consegnato la merce descritta nei preventivi e neppure trasmesso il Durc per consentire la verifica della regolarità contributiva dell'impresa. Il Giudice di pace, ritenendo fondata l'azione, ha dichiarato la risoluzione del contratto per inadempimento del fornitore, condannandolo alla restituzione delle somme ricevute in acconto, oltre interessi legali dalla data della domanda sino al saldo.