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L’arbitrato è una procedura di giustizia alternativa di composizione delle controversie prevista dal codice di procedura civile. Esso consiste nell'affidare a un organo arbitrale (arbitro unico o collegio arbitrale) l'incarico di risolvere una controversia mediante una decisione (il lodo) che sarà vincolante per le parti.
Si presta, pertanto, ad essere un validissimo sostituto dei processi civili svolti nelle ordinarie aule giudiziarie, in quanto, oltre a garantire le medesime condizioni di imparzialità ed indipendenza di chi è deputato a decidere, consente di definire i procedimenti in un tempo massimo di 240 giorni (tempi assolutamente impensabili per la giustizia ordinaria).
Ma non solo: consente un'attenzione più mirata all'oggetto della causa, un maggior approfondimento delle questioni in gioco, oltre ad una maggiore libertà delle forme che permette di arrivare ad una decisione che sia, quanto più possibile, idonea a decidere il caso concreto.
Nell'arbitrato rituale, il lodo ha efficacia della sentenza vera e propria e diventa titolo esecutivo.
La riforma Cartabia ha conferito maggiore incisività all'istituto. Ai sensi dell'art. 818 c.p.c., le parti possono, infatti, tra le altre cose, attribuire agli arbitri il potere di concedere misure cautelari. La competenza cautelare così attribuita è esclusiva.
Con la frequentazione di questo Corso di Alta Formazione ed il brillante superamento del previsto esame finale, l'Avv. Nanè fa parte dell'elenco predisposto dalla Camera Arbitrale Forense di Catania dal quale potranno essere scelti i Giudici-Arbitri.