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Carcere e persone e senza dimora. Misure alternative per chi non ha alternative

Avvocato di strada ODV - 1/2021




Conferenza: La riflessione che viene proposta trae origine da un assunto: il carcere non è l’unica forma di esecuzione della pena. Il Consiglio d’Europa, negli ultimi anni, ha spinto gli Stati Membri ad adottare misure alternative alla detenzione sempre più efficaci in ottica rieducativa e general preventiva; nello specifico, in Italia, la spinta più incisiva è stata offerta dalla sentenza Torreggiani, emanata dalla Corte Edu nel 2013, con cui il nostro Paese veniva condannato per aver imposto trattamenti inumani e degradanti a sette persone detenute. La sentenza risuona ancora nelle aule di Giustizia perché ha evidenziato un problema strutturale di disfunzionamento del sistema penitenziario italiano. La circostanza che la custodia in carcere non costituisca l’unica modalità di espiazione della pena è un principio che si evince già dalla l. 354/1975 con la quale le misure alternative alla detenzione sono state introdotte nel sistema italiano, offrendo uno strumento del tutto nuovo e inedito nel nostro panorama penitenziario. Oggetto della discussione saranno innanzitutto, quindi, tali misure, la cui disciplina verrà presentata ed esaminata dal dott. Vincenzo Semeraro, magistrato di sorveglianza presso il Tribunale di Verona, e approfondita dall’avvocato Bergamini. L’obbiettivo è condurre chi ascolta a soffermarsi su una specifica problematica: l’accesso al sistema di esecuzione penale esterna non è uguale per tutti i condannati; chi non ha una casa e vive in una situazione di estrema povertà difficilmente potrà accedere alle misure alternative, stante lo sradicamento dal territorio.

Fonte: Avvocato di strada ODV - clicca quì



Pubblicato da:


Sara Barbesi

Avvocato Penalista