Stefania Inglese

Caso legale seguito

Con ricorso congiunto le parti si rivolgevano al Tribunale per chiedere la ratifica dell'accordo per l'affidamento di figli minori nati fuori dal matrimonio: le parti evidenziavano che i figli trascorrevano pari tempo con entrambi i genitori; che le parti lavoravano entrambe con reddito molto simile; chiedevano pertanto l'affidamento condiviso con collocazione paritaria e mantenimento diretto dei minori ognuno nel proprio periodo di permanenza con gli stessi, senza necessità del versamento dell'assegno da un genitore all'altro e senza nessun assegno compensativo stante la sostanziale equivalenza dei redditi. Il Tribunale omologava l'accordo.

Sentenza giudiziaria

Il padre ricorre al Tribunale chiedendo l'allocazione con sè della figlia minore la quale è stata ascoltata dal Tribunale con l'ausilio di una psicologa. Il Tribunale, nonostante la contrarietà della madre, ha disposto la collocazione della minore presso il padre, con trasferimento della stessa nel paese di residenza del genitore collocatario. Il padre, difatti, è risultato essere il genitore più idoneo a garantire una cura della minore.

Sentenza giudiziaria

Il Tribunale disponeva l'affidamento esclusivo alla madre in quanto l'affidamento condiviso risultava allo stato pregiudizievole agli interessi della minore, avendo il padre presentato condotte che pregiudicavano il sano sviluppo psicologico della stessa. Il padre difatti aveva solo sporadici contatti con la figlia minore, non provvedeva al mantenimento e mostrava scarso interesse alla paternità.

Caso legale seguito

A seguito di separazione il marito veniva condannato al pagamento del mantenimento per le figlie nonchè al pagamento del 50% delle spese straordinarie scolastiche e sanitarie, oltre che ludiche e sportive, queste ultime da concordare. Il marito dava il consenso ma poi non provvedeva a pagare alcunchè. Munita di fatture e messaggi di conferma di adesione alle spese, la moglie ricorreve al Tribunale chiedendo gli arretrati dei 5 ultimi anni consistenti nelle spese per libri e gite scolastiche, dentista e oculista, sport concordato, ottenendo decreto ingiuntivo con il quale si procedeva al pignoarmento dello stipendio del coniuge.

Caso legale seguito

La moglie decideva di separarsi dal marito manipolatore che la sottoponeva a violenze psicologiche. Il marito si rifiutava di addivenire ad una separazione consensuale e si allontanava dalla casa famigliare rifiutandosi di versare il mantenimento per moglie e figlie. La moglie ricorreva al Tribunale evidenziando di aver lasciato il lavoro da infermiera per dedicarsi alla famiglia e di aver investito tutto il TFR ed un indennizzo dovuto ad un infortunio sul lavoro nella casa famigliare. Il Tribunale, dopo aver anche ordinato le indagini patrominiali a mezzo della Guardia di Finanza, stabiliva l'assegnazione della casa famigliare di proprietà dei genitori del marito alla signora; congruo mantenimento per moglie e figlie. La sentenza veniva riconofermata anche in sede di modifica delle condizioni di separazione, in fase di appello ed in sede di divorzio.

Caso legale seguito

La moglie ricorreva al Tribunale per ottenere il divorzio; la coppia si era separata con separazione consensuale; la signora chiedeva nel divorzio, previa conferma dell'affidamento condiviso e della assegnazione della casa coniugale, un aumento dell'assegno per le figlie, avendo subito una decurtazione del reddito da lavoro a causa della crisi dell'azienda dove lavorava e non riuscendo a far fronte alle esigenze delle minori in crescita. Il Tribunale accoglieva la domanda.

Caso legale seguito

A seguito di fallimento del matrimonio, la moglie si allontanava dall'abitazione famigliare senza più dare notizie di sè, probabilmente rientrando nel paese di origine (i coniugi non avevano figli). Il marito ricorreva al Tribunale per separarsi, evidenziando che la moglie era andata via da casa ormai da anni e che non sapeva dove fosse residente. Venivano prodotti certificati anagrafici di ultima residenza e di irreperibilità al fine di evidenziare l'impossibilità di trovare la moglie; il Tribunale accoglieva prima la domanda per la separazione giudiziale e con successivo e speculare giudizio, quella per divorzio giudiziale.

Caso legale seguito

La coppia decideva di separarsi per intollerabilità della convivenza: il marito non collaborava in casa, non aiutava la moglie con il figlio disabile e usciva di casa cominciando la frequentazione con un'altra donna. La moglie ricorreva al Tribunale evidenziando di non avere assistenza dal marito neanche per il pagamento del mutuo. Il Tribunale stabiliva la collocazione del minore presso la madre; obbligo del padre di tenere con sè il figlio nei giorn stabiliti, di concorrere al pagamento del mutuo nonchè al versamento di un assegno di mantenimento per il minore, oltre al 50% delle spese straordinarie.

Caso legale seguito

La figlia si rivolgeva al Tribunale evidenziando che il padre, da quando si era separato con la madre, era andato via di casa e non provvedeva più al suo mantenimento. La ragazza nel mentre era diventata maggiorenne e studiava con profitto al Conservatorio. Il padre si costituiva lamentando difficoltà economiche e sostenendo che la figlia dovesse trovare un lavoro per mantenersi. Il Tribunale, dopo aver verificato che la ragazza era una studentessa modello, disponeva il corretto mantenimento a carico del padre.

Caso legale seguito

Il tribunale in fase di separazione aveva assegnato la casa famigliare di proprietà del marito alla moglie, coniuge collocatario delle figlie minori, dispondendo altresì un assegno di mantenimento; durante la procedura di divorzio, invece, le figlie manifestano la volontà di vivere con il padre; cade pertanto l'assegnazione della casa famigliare alla moglie che si sposta a vivere in altro immobile in locazione; il marito torna a vivere con le figlie nella casa coniugale; viene disposto un contributo al mantenimento delle figlie da parte della madre. L'affidamento resta un affidamento condiviso, con collocazione però delle minori presso il padre.

Caso legale seguito

Il marito in fase di separazione con altro avvocato era stato onerato di assegno di mantenimento per la figlia e per la moglie disabile, assegnataria della casa coniugale di esclusiva proprietà del marito. Con il divorzio giudiziale si convinceva la moglie (che a causa della disabilità non sarebbe mai stata allontanata dalla casa famigliare che quindi non sarebbe mai tornata nella disponibilità del marito), ad accettare la donazione della casa come una tantum divorzile, rinunciando all'assegno di mantenimento. La figlia diventata ormai maggiorenne ed autosufficiente rinunciava anch'ella all'assegno. Pertanto il marito si alleggeriva completamente di entrambi gli assegni rinunciando alla proprietà di un piccolo immobile di cui comunque non avrebbe potuto in alcun modo disporre nè con vendita nè con locazione, essendo la moglie ancora giovane.

Caso legale seguito

La moglie ricorreva al Tribunale con ricorso per separazione giudiziale, denunciando la fine del matrimonio a causa delle violenze del marito, che faceva uso di alcol e droghe. Il marito si allontanava dalla casa famigliare ma non provvedeva al mantenimento del minore nè della moglie, che aveva lasciato la sua carriera per occuparsi del figlio minore. La moglie chiedeva al Tribunale l'affidamento esclusivo, l'assegno di mantenimento per sè e per il figlio per un periodo congruo prima di potersi trasferire all'estero dove a seguito di un master aveva trovato lavoro. Chiedeva altresì le indagini tributarie a carico del marito proprietario di un ingente patrimonio all'estero che cercava di occultare alla moglie. A seguito del ricorso il marito acconsentiva all'espatrio del minore e all'affido esclusivo e le parti concordavano il mantenimento con un accordo omologato dal Tribunale. In fase di divorzio il marito combiava idea, dovendosi nuovamente procedere con ricorso giudiziale; in seguito il marito si convinceva ad addivenire ad un accordo e venivano confermate le medesime condizioni della separazione con affido esclusivo alla madre, mantenimento per il figlio avendo la moglie nel frattempo trovato lavoro all'estero e conferma della residenza del minore all'estero.

Caso legale seguito

La separazione affrontata è stata caratterizzata dall'estrema litigiosità dei coniugi: nessuno dei due voleva lasciare la casa coniugale di proprietà di entrambi nella quota del 50%. I redditi dei coniugi erano equivalenti ma la madre poteva garantire maggiore cura dei minori considerati gli orari di lavoro. Entrambi i coniugi chiedevano la collocazione dei minori che però sono stati allocati presso la madre che ha avuto di conseguenza l'assegnazione della casa familiare. L'affido condiviso permette ad entrambi i genitori di decidere in merito alla vita dei figli. Il padre verserà la quota di mutuo di sua spettanza oltre che un minimo mantenimento per i figli. In fase di divorzio il padre ha lamentato una condizione lavorativa peggiorata ed ha chiesto la diminuzione dell'assegno di mantenimento. Nel corso del giudizio le parti si sono accordate con una diminuzione dello stesso, a fronte della percezione da parte della madre del 100% dell'assegno unico.

Sentenza giudiziaria

Il padre che aveva l'affidamento condiviso delle minori con la madre, nega l'autorizzazione al rinnovo del passaporto per le figlie minori. La madre intende portarle in viaggio per 15 giorni in Brasile per salutare la nonna morente. Si rivolge al Giudice tutelare che autorizza il rinnovo dei passaporti nel giro di pochissimi giorni. Pendeva in concomitanza la procedura per il divorzio.

Sentenza giudiziaria

La madre del minore lamentava assenza del padre, tossicodipendente, che si disinteressa totalmente del figlio. Da tale situazione consegue la difficoltà per il rinnovo dei documenti, le decisioni in ambito scolastico e sanitario. Pertanto chiede e ottiene l'affidamento esclusivo.

Caso legale seguito

La minore, figlia di genitori separati, aveva manifestato problemi psicologici, disagio, gesti di autolesionismo. A seguito di ricovero ospedaliero gli assistenti sociali hanno disposto l'allontanamento della minore dalla casa materna dove era collocata, poichè la ragazzina aveva riferito che la madre facesse abuso di alcool. La ragazza veniva collocata in casa famiglia, dalla quale fuggiva. Veniva riportata in struttura. In prima udienza si evidenziava che la minore aveva mentito, e la minore stessa confermava di aver dichiarato circostanze non vere sulla madre per dimostrare di essere adulta e per contrasti dovuti anche all'adolescenza. Il giudice pertanto accoglieva la richiesta della difesa di spostare la minore dalla casa famiglia alla casa dei nonni materni in attesa degli approfondimenti sulla capacità di entrambi i genitori.

Sentenza giudiziaria

Il reato contestato era maltrattamenti in famiglia commessi in presenza di minore; l'imputato era stato attinto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. Durante l'istruttoria dibattimentale è stato dimostrato come le dichiarazioni della parte civile fossero incongruenti. L'imputato è stato assolto con formula piena.