Un tipico caso che capita di affrontare nella quotidianità di uno studio tributario, è quello dei soggetti che risiedono all'estero ma sono rimasti iscritti nell'anagrafe della popolazione residente in Italia.
In questo caso, di norma sono considerati contribuenti italiani e soggetti ad imposizione nel nostra paese, pur riconoscendo tendenzialmente il credito di imposta per quanto pagato all'estero.
Il problema, ovviamente, è che le imposte da pagare in Italia potrebbero comunque essere molto elevate.
Il sistema, ovviamente, è pensato per contrastare i casi di residenza fiscale fittizia all'estero, tuttavia non sono pochi i casi in cui lavoratori che si sono trasferiti fuori dall'Italia si vedono recapitare avvisi di accertamento, solo perchè non si sono iscritti per tempo all'AIRE o semplicemente la procedura burocratica è andata per le lunghe.
Lo stato italiano ha firmato diversi trattati con altri paesi (Convenzioni contro le doppie imposizioni) che tendenzialmente contengono elementi per dirimere la questione dell'assoggettamento ad imposizione del cittadino nell'uno o nell'altro stato.
Spiace constatare che l'Agenzia delle Entrate spesso ignora tali trattati, applicando la legislazione nazionale e violando sostanzialmente la costituzione (art. 117 cost), che vorrebbe gli obblighi derivanti dai vincoli internazionali sovraordinati alle leggi interne.
Negli anni la Cassazione ha oscillato tra le diverse posizioni, anche se generalmente ha deciso in senso favorevole all'AdE, ignorando la questione dell'incostituzionalità e sostenendo che la vigente disciplina non ammetta prova contraria.
La recente delega fiscale introduce finalmente un chiarimento sul fatto che la presunzione di residenza nel nostro paese di quanti risultano iscritti all'anagrafe nazionale avrebbe natura relativa e non assoluta.
Questo vuol dire che sarà possibile dimostrare concretamente di aver vissuto in un altro paese, contrastando le pretese erariali.
Lavoro a stretto contatto con professionisti, specialmente commercialisti, nonchè aziende e clienti privati per le problematiche di natura fiscale e tributaria. Assisto i contribuenti nei rapporti con l'Agenzia delle Entrate, l'Agenzia delle Entrate - Riscossione (ex Equitalia) e gli enti previdenziali. Mi occupo di pareristica, interpelli tributari, nonchè degli aspetti relativi all'assistenza del contribuente in ambito amministrativo e processuale. Seguo poi le tematiche previdenziali INPS inerenti i provvedimenti sanzionatori e difendo le aziende dai provvedimenti degli Ispettorati del Lavoro.
Assisto i contribuenti sin dalle primissime fasi del loro rapporto con l'amministrazione finanziaria, come ad esempio il processo verbale della Guardia di Finanza o gli avvisi bonari. Seguo poi la fase accertativa e gli inviti ai fini del procedimento di adesione, nonchè la fase giudiziale davanti alle Corti di Giustizia Tributaria di I e II grado. Si tratta quindi di confrontarsi con i tipici atti tributari quali avvisi di accertamento, avvisi di liquidazione, cartelle di pagamento, intimazioni di pagamento. In questo ambito, assisto nell'applicazione degli istituti condonistici e nella predisposizione di istanze di interpello.
Difendo cittadini e aziende nei confronti dell'INPS e degli altri enti previdenziali con riguardo a avvisi bonari e agli avvisi di addebito relativamente alle maggiori pretese contributive, nonchè all'irrogazione di sanzioni per mancati o tardivi versamenti. In tal senso mi occupo della fase amministrativa nonchè del ricorso dinanzi ai giudici competenti.
Stefano Bisognin
Via Scardeone 25
Padova (PD)
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