Avvocato Daniele Cinti a Jesi

Daniele Cinti

Avvocato penalista, civilista e della famiglia


Informazioni generali

L'Avv. Daniele Cinti opera nel settore civile seguendo prevalentemente materie inerenti contratti e obbligazioni, separazioni e divorzi, con specializzazione pluriennale nelle amministrazioni di sostegno. Si occupa della tutela della famiglia e dei figli. Svolge assistenza e difesa nei processi penali, dalla fase delle indagini preliminari, incluso l’eventuale svolgimento di indagini difensive e consulenze tecniche in collaborazione con esperti del settore, fino alla definizione del processo avanti alle competenti Autorità Giudiziarie. Abilitato al patrocinio a spese dello Stato nelle materie di diritto civile e diritto penale.

Esperienza


Diritto penale

Svolgo dal 2004 l'attività di difensore d'ufficio e da allora ho sempre patrocinato molti casi di fiducia e d'ufficio dinanzi tutte le Magistrature Penali, compresa la fase di esecuzione della pena e delle misure alternative. Mi occupo sia della difesa dei privati cittadini che delle società in relazione alle ipotesi di responsabilità amministrativa da reato ex D.Lgs. 231/01 sempre più frequenti dopo l'entrata in vigore della normativa. Sono abilitato al patrocinio a spese dello Stato per coloro che possono usufruirne.


Violenza

Ho patrocinato numerosi casi difendendo sia le vittime che gli imputati e ciò mi ha fatto acquisire una buona esperienza sul campo. La delicatezza della materia esige la massima scrupolosità nella difesa ed un approccio empatico con le vittime di reati di violenza e stalking, purtroppo sempre più frequenti.


Stalking e molestie

Mi occupo della difesa di persone vittima di molestie e stalking da anni, utilizzando tutti gli strumenti previsti dalla legge: dalla richiesta di ammonimento al Questore alla querela, fino alla difesa in sede processuale mediante costituzione di parte civile.


Altre categorie:

Diritto di famiglia, Separazione, Divorzio, Incapacità giuridica, Diritto civile, Risarcimento danni, Recupero crediti, Incidenti stradali, Gratuito patrocinio, Unioni civili, Sostanze stupefacenti, Diritto penitenziario, Fallimento e proc. concorsuali, Diritto assicurativo, Pignoramento, Contratti, Diritto del lavoro, Diritto immobiliare, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Mediazione, Negoziazione assistita, Matrimonio, Domiciliazioni, Eredità e successioni.


Referenze

Pubblicazione legale

Interventi edilizi - la sanatoria estingue il reato penale

Pubblicato su IUSTLAB

L’art. 36, comma 2, del D.P.R. 380/2001 prevede che “Il rilascio del permesso in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo di oblazione, del contributo di costruzione in misura doppia, ovvero, in caso di gratuità a norma di legge, in misura pari a quella prevista dall' articolo 16 . Nell’ipotesi di intervento realizzato in parziale difformità, l'oblazione è calcolata con riferimento alla parte di opera difforme dal permesso”. Nel caso affrontato in studio si sono recati moglie e marito, proprietari di un immobile, che si vedevano imputati per alcuni presunti reati edilizi, peraltro di natura pressoché irrilevante. Questi signori negli anni antecedenti avevano regolarmente pagato gli oneri edilizi al Comune e dunque sanato le difformità in pendenza di CILA e, soprattutto, ben prima dell’avvio dell’azione penale. Nonostante ciò, e sebbene questa difesa evidenziasse, mediante le proprie memorie difensive, la necessità di archiviare il procedimento penale, i signori in questione venivano comunque citati in giudizio per tali asseriti “abusi edilizi”. Ebbene, all’esito del procedimento dibattimentale dinanzi il Tribunale Penale Monocratico di Ancona (n.2232/19 R.G.N.R.), il Giudice non ha potuto far altro che prendere atto della antecedente sanatoria e di quanto questa difesa aveva sempre sostenuto. L’esito è stato ampiamente positivo per i clienti che sono stati assolti con formula piena ma l’intero processo penale poteva (e doveva) essere evitato con una maggiore attenzione da parte degli Organi inquirenti perché, fin dalle indagini, era chiaro che non sussistesse reato in quanto estinto dalla sanatoria avvenuta nella fase amministrativa.

Pubblicazione legale

Guida in stato di ebbrezza, essere tempestivi conviene.

Pubblicato su IUSTLAB

Guida in stato di ebbrezza, essere tempestivi conviene. Negli ultimi anni si è percepito con maggior forza il fenomeno del ritiro della patente di guida che è conseguenza, da un lato, dell’aumento della circolazione di veicoli e, dall’altro, dall’inasprimento delle sanzioni amministrative e penali per la guida in stato di ebbrezza. Certamente la massiccia intensificazione dei controlli, mediante alcoltest, ha contribuito all’individuazione di soggetti che circolano alla guida di veicoli in condizioni non consentite dalla legge e sanzionate ai sensi dell’art.186 e dell’art.186 bis del Codice della Strada. Nell’analizzare tali condotte sotto l’aspetto penale, l’avvocato si trova di fronte ad una possibilità molto importante da prospettare al cliente, ovvero la richiesta di lavori di pubblica utilità ex L. 24/11/1981 n.689 , rimedio che oramai è largamente diffuso poiché consente di estinguere il reato e di convertire la pena prevista con un numero di ore/giorni che la persona interessata deve eseguire in favore di Enti convenzionati con il Tribunale. Ciò premesso, per coloro che possano usufruire dei lavori di pubblica utilità, si evidenzia che è sempre consigliabile attivarsi immediatamente dopo l’accertamento della violazione, senza attendere l’iter del procedimento penale e, anzi, anticipandone i passi , poiché in questo modo si abbreviano notevolmente i tempi (anche di recupero della patente), nonché diminuiscono i costi a carico del cliente. Nella pratica è opportuno, una volta contestata la violazione e dunque sospesa la patente, recarsi immediatamente da un avvocato di fiducia per avviare la pratica e provvedere al deposito di una istanza di lavori di pubblica utilità che andrà direttamente visionata dal Giudice per le Indagini Preliminari competente affinché emetta un provvedimento, in questo caso un decreto penale di condanna, contenente la pena di specie già convertita in giorni di lavori di pubblica utilità. Mediante questo sistema, come detto, diminuiscono notevolmente i tempi per l’esecuzione dei lavori e si potrebbe, tramite le debite comunicazioni alla Prefettura, ottenere una sospensione più breve della patente di guida. Si ritiene comunque sconsigliato attendere il giudizio penale ordinario, se l’accertamento tecnico dello stato di ebbrezza è stato regolare, poiché l’esito molto probabilmente non porterà alcun vantaggio né in termini di “iscrizioni penali” a carico del soggetto, né in termini economici visto il costo maggiore di un intero processo penale rispetto ad una procedura più snella e veloce come quella prospettata. Trattandosi di una fattispecie (guida in stato di ebbrezza) dove si intersecano sanzioni amministrative e sanzioni penali a carico del soggetto, è opportuno coordinare le attività nell’interesse del cliente il quale potrebbe certamente raggiungere il miglior risultato in termini di costi/benefici. Da ultimo, si segnala che questa soluzione è da considerarsi una sorta di bonus una tantum e, dunque, nel caso di reiterazioni della condotta non si potrà richiedere un’altra volta la conversione in lavori di pubblica utilità qualora se ne abbia già usufruito. Per informazioni più dettagliate si prega di contattarci. Avv. Daniele Cinti 01/04/2020 - riproduzione riservata.

Caso legale seguito

Coltivazione illegale, manca la prova!

Tribunale di Ancona - anno 2015

Un mio assistito veniva sorpreso con alcune piante di marijuana all'interno della propria abitazione, pertanto veniva immediatamente indagato per l'ipotesi di reato di coltivazione illegale e le piante in questione venivano sequestrate. A distanza di diverso tempo, le Autorità disponevano una perizia sulle piante per verificarne il principio attivo e la effettiva tossicità. Al momento dell'attività peritale, in presenza ovviamente del sottoscritto difensore, emergeva che dette piante erano totalmente rovinate, forse perchè mal conservate, quindi la perizia non avrebbe avuto alcuna valenza probatoria. Ovviamente tale circostanza è stata favorevole in dibattimento per il mio assistito, mancando la prova del principio attivo effettivamente presente nelle piante sequestrate, pertanto il processo si concluse con una pronuncia ad egli favorevole. In questi casi la tempestività degli accertamenti e/o degli incidenti probatori è fondamentale perchè fa la differenza, a livello probatorio, tra quella che potrebbe essere una sentenza di condanna o una sentenza di assoluzione.

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Lo studio

Daniele Cinti
Corso G. Matteotti N.31
Jesi (AN)

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