Avvocato Davide Meloni a Cagliari

Davide Meloni

Avvocato esperto in Diritto Bancario a Cagliari

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I Sistemi di Informazioni Creditizie - SIC e le altre Banche dati in materia creditizia

Scritto da: Davide Meloni - Pubblicato su IUSTLAB

Pubblicazione legale:

Oltre alla Centrale Rischi della Banca d’Italia (C.R.) della quale abbiamo parlato in occasione di altro approfondimento (https://www.studiolegalemdg.com/notizie/la-segnalazione-nella-centrale-rischi-di-banca-ditalia-e-le-modifiche-introdotte-dal-decreto-cura-italia) vi sono varie altre Banche dati della quali si avvalgono gli intermediari del credito per operare una compiuta valutazione del merito creditizio della clientela.
Infatti, quando un cliente chiede alla banca o  ad una finanziaria un prestito, viene avviata un’istruttoria per conoscere la sua affidabilità.
L’obiettivo dell’istruttoria è quello d’individuare la c.d. referenza creditizia.


Cos’è la referenza creditizia? 


La referenza creditizia è la reputazione che il cliente ha presso banche e intermediari finanziari nell’ambito dei rapporti di finanziamento che intrattiene o ha in passato intrattenuto.
Il cliente che, dai controlli effettuati attraverso le varie Banche dati, risulta aver sempre pagato con regolarità le rate di rimborso avrà certamente una referenza creditizia positiva; viceversa, laddove vi siano insolvenze, ritardi o morosità il soggetto verrà considerato “cattivo pagatore”, ossia avrà una referenza negativa.


E’ evidente che si tratta di un terreno delicatissimo in quanto dal trattamento delle varie informazioni sui rapporti finanziari dipende l’accesso al credito dei consumatori.
Ciò ha  indotto il legislatore a prevedere una disciplina specifica della materia attraverso un codice deontologico sottoscritto dalle associazioni rappresentative degli operatori del settore. 
Il codice deontologico è vincolante sul piano normativo e fissa garanzie per gli interessati; il suo mancato rispetto determina sanzioni ed espone al risarcimento del danno) 




Cosa sono i Sistemi di Informazioni Creditizie - SIC


I SIC sono banche dati o archivi (pubblici o privati) che raccolgono informazioni in merito alla richiesta, all’apertura e all’andamento di rapporti di credito.


I SIC - un tempo noti come “centrali rischi private” - sono le banche dati private usate da banche e finanziarie per la referenza creditizia.
Tali banche dati, a differenza della CR presso la Banca d’Italia, includono anche i finanziamenti inferiori a € 30.000,00


Le informazioni sono gestite in modo centralizzato e sono consultabili solo dai soggetti che vi hanno aderito e che le comunicano; in altri termini gli intermediari non sono obbligati ad effettuare tali segnalazioni e chi aderisce alle SIC (banca o finanziaria) dovrà pagare alla società privata il compenso pattuito per usufruire del servizio di accesso ai dati dei clienti.


L’attività dei SIC privati è disciplinata dal “Codice di deontologia” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 300 del 23 dicembre 2004 ed emanato in attuazione del “Codice sulla privacy” (D. lgs. n.196/2003). 
Il Codice di deontologia è stato sottoscritto dai gestori dei SIC, dai rappresentanti degli enti finanziari, da alcune associazioni dei consumatori e dal Garante per la protezione dei dati personali.
I SIC attivi attualmente in Italia sono Experian, Consorzio Tutela Credito, Crif, e Assilea (fonte: Banca d’Italia).
I sistemi informativi contengono sia informazioni creditizie di tipo negativo ( relative a rapporti di credito per i quali si sono verificati inadempimenti o ritardi) ed informazioni creditizie generali (richieste/rapporti di credito anche in bonis).




Tutela della referenza creditizia


Il cliente ha alcuni strumenti per correggere eventuali segnalazioni errate o per chiedere aggiornamenti, ad esempio quando le irregolarità siano state sanate.
In generale, vi è l’obbligo del segreto per le banche e gli intermediari che consultano i sistemi.


Gli intermediari bancari e finanziari e i gestori dei SIC hanno l’obbligo di controllare l’esattezza delle informazioni e di aggiornarle tempestivamente.


Il cliente ha diritto, di conoscere le informazioni registrate a proprio nome nell’archivio e di richiedere la cancellazione o modifica di dati non corretti. 
L’eliminazione, l’integrazione e la modifica può essere disposta anche con provvedimento dell'Autorità Garante per la privacy.
Il trattamento dei dati può riguardare solo dati personali di tipo obiettivo (ad esempio numero di rate insolute, entità del credito scaduto) individuati dal codice deontologico; non è possibile inserire giudizi (come “cattivo pagatore”).


Prima di procedere alla segnalazione l’intermediario deve avvisare l'interessato che potrà evitare la segnalazione ai SIC relativa al primo ritardo nei rimborsi con il versamento della rata scaduta. Un successivo ritardo nei pagamenti nell'ambito del medesimo rapporto di credito, invece, può essere segnalato senza avviso.
E’ previsto che le informazioni siano conservate per periodi predefiniti, allo scadere dei quali esse vengono automaticamente cancellate dal sistema. 
I tempi di conservazione variano in relazione alla tipologia e alla gravità dell'irregolarità.
Quando i pagamenti vengono regolarizzati, le informazioni sui ritardi nei pagamenti sono conservate fino a 12 mesi dalla data della regolarizzazione, se il ritardo nei pagamenti non è superiore a due rate; la conservazione dura invece 24 mesi se si tratta di ritardo superiore a 2 rate (o due mensilità). 
Le informazioni vengono automaticamente cancellate dal sistema salvo che, nel frattempo, non si siano verificati ulteriori ritardi nel medesimo rapporto contrattuale. 
In tal caso, il decorso riprende dalla data della nuova regolarizzazione.


Le informazioni negative circa i ritardi nei pagamenti non regolarizzati, invece, sono mantenute per la durata di 36 mesi dalla data di cessazione del rapporto contrattuale.


Prima della scadenza dei termini sopra indicati, non è possibile ottenere la cancellazione delle segnalazioni attinenti a comportamenti irregolari, sebbene essi siano stati sanati. 
Il rispetto delle previsioni normative in ordine alla tutela della referenza creditizia compete al Garante per la protezione dei dati personali, che può disporre verifiche periodiche ai SIC.
Ogni violazione potrà essere sanzionata in base alla normativa sulla privacy.




Altre banche dati: CAI e Registro Informatico dei Protesti.


La Centrale d’Allarme Interbancaria (CAI) contiene i dati relativi alle carte di credito e alla loro eventuale revoca, nonché le informazioni sull’eventuale emissione di assegni non coperti, la revoca alla possibilità di emettere assegnied altre tipologie di dati negativi su questa categoria di titoli finanziari.
Può essere consultata solo dagli intermediari  e serve per impedire ai soggetti sanzionati a seguito di protesti, o in conseguenza del mancato saldo di acquisti effettuati con carta di credito, di far nuovamente ricorso a tali strumenti di pagamento per i termini stabiliti (di regola sei mesi). 
Nel caso di protesto di cambiali o assegni la segnalazione definitiva alla CAI può essere evitata con il pagamento tardivo dell’assegno protestato o della cambiale protestata, entro 60 giorni dalla segnalazione medesima, con maggiorazione del 10% a titolo di interessi di mora ed oltre al saldo di ulteriori oneri e spese.


Il Registro Informatico dei Protesti (c.d. R.I.P.) è gestito dalla Camera di Commercio ed è liberamente consultabile da chiunque; contiene tutte le informazioni relative ai protesti per mancato pagamento di cambiali (sia vaglia cambiari che tratte) e di assegni bancari ed assegni postali. 




La tutela contro le segnalazioni illegittime


L’argomento è di estrema importanza, ragion per cui ne parleremo in un separato articolo.


Articolo Pubblicato in origine sul sito https://www.studiolegalemdg.com/notizie/i-sistemi-di-informazioni-creditizie-sic-e-le-altre-banche-dati-in-materia-creditizia


Avv. Davide Meloni - Avvocato esperto in Diritto Bancario a Cagliari

Sono Avvocato, iscritto all'Ordine di Cagliari, dall'anno 1996. Esercito la mia professione sia in forma individuale che in collaborazione con i Colleghi dello Studio Legale MDG & Partners. Alcune delle mie esperienze: Consulente legale (2001- 2008) del “Centro di ascolto”, Comuni associati in base alla legge 285. Cultore di Materia presso l'Università di Cagliari (Istituto di Diritto Romano) Insegnante di Diritto di Polizia presso la Scuola Allievi Carabinieri (Sezione di Iglesias) negli anni 1997-2002 Master Breve in Diritto Bancario e Finanziario nell'anno 2017. Master in Diritto Tributario nell'anno 2018 -19.




Davide Meloni

Esperienza


Diritto civile

Mi occupo di diritto civile dall'inizio della mia attività professionale. Le mie aree di attività spaziano dal recupero crediti (che viene svolto principalmente a favore di Aziende) al contenzioso Bancario (per il quale si veda l'apposita sezione) ed assicurativo. Nel corso degli anni, in virtù di specifiche esperienza maturate sul campo, mi sono occupato anche di diritto di famiglia (per il quale rimando all'apposita sezione).


Diritto bancario e finanziario

Mi occupo di Diritto Bancario e del relativo contenzioso sin dal 1993, avendo svolto la pratica forense in uno Studio Legale che tutelava all'epoca un primario Istituto di Credito. In quell'ambito mi occupavo prevalentemente della fase del recupero del credito; alla predetta fase, peraltro, era spesso connessa l'attività di difesa della Banca nei giudizi di merito ove era frequente la trattazione di complesse questioni giuridiche. Successivamente mi sono occupato di numerosi contenziosi nei quali ho assunto la difesa dell'utente bancario (Azienda e Consumatore). Ho frequentato un Master breve in Diritto Bancario nell'anno 2017.


Recupero crediti

Dal 1993 (anno di inizio della pratica professionale) ho seguito moltissime pratiche di recupero crediti. Detta attività si esplica attraverso una prima necessaria fase stragiudiziale - con eventuale fase di mediazione o di negoziazione assistita, laddove necessaria - seguita in caso di mancato recupero, dall'azione monitoria e dalla successiva fase esecutiva (mobiliare presso il debitore, mobiliare presso terzi e immobiliare).


Altre categorie:

Diritto di famiglia, Tutela dei minori, Fallimento e proc. concorsuali, Usura, Pignoramento, Diritto penale, Tutela del consumatore, Eredità e successioni, Separazione, Divorzio, Matrimonio, Affidamento, Incapacità giuridica, Diritto commerciale e societario, Franchising, Diritto assicurativo, Contratti, Diritto tributario, Diritto del lavoro, Mobbing, Licenziamento, Reati contro il patrimonio, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Incidenti stradali, Multe e contravvenzioni, Malasanità e responsabilità medica, Mediazione, Negoziazione assistita, Gratuito patrocinio, Domiciliazioni, Risarcimento danni.


Referenze

Titolo professionale

Master in Diritto vitivinicolo

Euroconference - 11/2021

Il Master in Diritto Vitivinicolo mi ha consentito di approfondire la materia con le sue connessioni tra diritto civile, amministrativo e penale.

Pubblicazione legale

La nullità delle fideiussioni bancarie redatte su schema ABI

Pubblicato su IUSTLAB

Da alcuni anni a questa parte e più precisamente dal momento in cui la Corte di Cassazione, Sezione Prima Civile, con l’Ordinanza 12 dicembre 2017, n. 29810 ha sancito il seguente principio di diritto: “ in tema di accertamento dell'esistenza di intese anticoncorrenziali vietate dalla L. n. 287 del 1990, art. 2, la stipulazione "a valle" di contratti o negozi che costituiscano l'applicazione di quelle intese illecite concluse "a monte" (nella specie: relative alle norme bancarie uniformi ABI in materia di contratti di fideiussione, in quanto contenenti clausole contrarie a norme imperative) comprendono anche i contratti stipulati anteriormente all'accertamento dell'intesa da parte dell'Autorità indipendente preposta alla regolazione o al controllo di quel mercato (nella specie, per quello bancario, la Banca d'Italia, con le funzioni di Autorità garante della concorrenza tra istituti creditizi, ai sensi della L. n. 287 del 1990, artt. 14 e 20, (in vigore fino al trasferimento dei poteri all'AGCM, con la L. n. 262 del 2005, a far data dal 12 gennaio 2016)) a condizione che quell'intesa sia stata posta in essere materialmente prima del negozio denunciato come nullo, considerato anche che rientrano sotto quella disciplina anticoncorrenziale tutte le vicende successive del rapporto che costituiscano la realizzazione di profili di distorsione della concorrenza ” ​è ampiamente dibattuto il tema della nullità delle fideiussioni redatte secondo lo schema ABI. A partire da quella data numerose altre Sentenze, sia di legittimità che di merito, hanno ribadito il suddetto principio di diritto e statuito la nullità dei contratti di fideiussione redatti su moduli conformi allo schema ABI. Tra gli ultimi arresti in tal senso citiamo Cass. civ. Sez. I, Sent., 22-05-2019, n. 13846 che ha ribadito il principio già affermato da Cass. 29810/2017 in base al quale le fideiussioni prestate a garanzia delle operazioni bancarie redatte su modulo uniforme ABI sono radicalmente nulle per violazione del divieto di intese anticoncorrenziali previsto dall'art. 2, comma 2, lett. a), della L. n 287/1990 . Il citato art. 2 della L. 287/1990 vieta, infatti, le intese tra imprese che abbiano l’oggetto o l’effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all'interno del mercato nazionale, anche fissando direttamente o indirettamente prezzi di acquisto o di vendita o altre condizioni contrattuali. Non è superfluo ricordare come, a monte delle Sentenze sopra richiamate, in applicazione della predetta normativa, la Banca d'Italia avesse avviato nei confronti dell’ABI, relativamente alle condizioni generali della fideiussione contratta a garanzia delle operazioni bancarie, una istruttoria dalla quale era emerso che gli artt. 2, 6 e 8 dello schema contrattuale tipo predisposto dall'ABI “ contengono disposizioni che, nella misura in cui vengano applicate in modo uniforme, sono in contrasto ” con la citata normativa. Il caso concreto che venne a suo tempo esaminato da Cass. 29810/2017 riguardava un fideiussore che si era opposto ad un Decreto Ingiuntivo emesso nei suoi confronti assumendo che il contratto di fideiussione omnibus da lui sottoscritto fosse nullo in quanto le clausole ivi contenute erano identiche allo schema contrattuale tipo predisposto dall’ABI e come tali contrastanti con il provvedimento della Banca d’Italia, del 2 maggio 2005, che ne vietava l'applicazione per violazione della L. n. 287 del 1990. La Suprema Corte ha evidenziato che ciò che assume rilievo, ai fini della predicata inefficacia delle clausole del contratto di fideiussione di cui agli artt. 2, 6 e 8, è, all’evidenza, il fatto che esse “ costituiscano lo sbocco dell'intesa vietata.. .”, cioè che “ attraverso dette disposizioni si siano attuati gli effetti di quella condotta illecita.. ”. Ciò che andava accertata, pertanto, non era la diffusione di un modulo ABI da cui non fossero state espunte le nominate clausole, quanto la coincidenza delle convenute condizioni contrattuali col testo di uno schema contrattuale ritenuto coincidente con lo schema delineato dall’intesa restrittiva vietata. E’ evidente, infatti, che l’illecito concorrenziale poteva configurarsi anche nel caso in cui l’ABI non avesse contravvenuto a quanto disposto dalla Banca d'Italia nel provvedimento del 2 maggio 2005, ma la Banca parte in causa avesse egualmente sottoposto all’odierno ricorrente un modulo negoziale includente le disposizioni che costituivano comunque oggetto dell’intesa di cui alla L. n. 287 del 1990, art. 2, lett. a)”. In altre parole, Cass. 29810/2017 statuisce che, indipendentemente dal comportamento dell’ABI, quello che rileva è se l’Istituto di credito abbia sottoposto al ricorrente una fideiussione contenente quelle clausole che sono ritenute in contrasto con l’art. 2, comma, 2, lettera a), della legge n. 287/90. Pertanto il Giudice di merito è tenuto essenzialmente “ a valutare se le disposizioni convenute contrattualmente coincidono con le condizioni oggetto dell'intesa restrittiva ”, cioè se coincidono con quelle, individuate dalla Banca d'Italia, che violano la legge L. n. 287 del 1990, ciò indipendentemente dal fatto che l’ABI abbia provveduto o meno a diffondere il testo delle condizioni generali del contratto di fideiussione comprensivo delle clausole vietate dallo schema contrattuale diffuso presso il sistema bancario. Un ulteriore passo avanti nell’interpretazione della vicenda in esame è senz’altro costituito dalla ciò richiamata Sentenza della Corte di Cassazione del 22.05.2019 n. 13846. Nella sopra richiamata pronuncia si chiarisce, infatti, che per fare sì che l’azione realizzata dall’Azienda di credito debba considerarsi vietata, si deve accertare “ non la diffusione di un modulo abi da cui non fossero state espunte le nominate clausole, quanto la coincidenza delle convenute condizioni contrattuali, col testo di uno schema contrattuale che potesse ritenersi espressivo della vietata intesa restrittiva: giacché, come è chiaro, l’illecito concorrenziale poteva configurarsi anche nel caso in cui l’abi non avesse contravvenuto a quanto disposto dalla banca d’italia nel provvedimento n. 55/2005, ma la banca (…) avesse egualmente sottoposto all’odierno ricorrente un modulo negoziale includente disposizioni che costituivano comunque oggetto dell’intesa di cui alla l. 287 del 1990, art. 2, lett. A) ”. Da ciò deriva, secondo l’interpretazione sopra richiamata, l’automatica nullità dei contratti fideiussori redatti secondo il modello ABI, senza necessità che il Giudice di merito debba provvedere ad una valutazione in ordine all’illegittimità delle clausole fideiussorie, in quanto la valutazione di tale illegittimità è stata fatta a suo tempo dalla Banca d’Italia con il provvedimento n. 55 del 02.05.2005. Quali sono le conseguenze della declaratoria di nullità? Una delle conseguenze più evidenti della declaratoria di nullità dei contratti di fideiussione è senz’altro la decadenza del diritto ad agire contro il fideiussore. Di norma, infatti, i contratti di fideiussione comportavano una diluizione a dismisura dei termini per l’escussione del garante nonché di estensione della garanzia anche agli obblighi di restituzione derivanti dall'invalidità del rapporto principale, chiaramente ulteriori e diversi rispetto agli obblighi garantiti al momento della stipulazione. In ordine alla decadenza del diritto ad agire contro il fideiussore ricordiamo che l’art. 1957 c.c. dispone che il fideiussore rimanga obbligato anche dopo la scadenza dell’obbligazione principale, purché il creditore abbia proposto le sue istanze contro il debitore entro sei mesi e le abbia continuate con diligenza . Il creditore che non attiva tempestivamente gli strumenti di recupero del proprio credito nei confronti del debitore principale decade pertanto dal diritto di pretendere l’adempimento dal fideiussore. Nel caso in cui il debito sia ripartito in scadenze periodiche, ciascuna delle quali dotata di un grado di autonomia tale da potersi considerare esigibile prima ed a prescindere dalla prestazione complessiva, il “ dies a quo” , per calcolare il termine decadenziale previsto dall’art. 1957 cod. civ., va individuato in quello di scadenza delle singole prestazioni e non già dell’intero rapporto (Cass. n. 15902/2014). Il termine di decadenza previsto all’art. 1957 c.c. si applica a prescindere da qualsivoglia stato soggettivo del creditore, che esso porti a giustificazione della sua inerzia nell’azione contro il debitore principale; ciò che rileva è il solo oggettivo decorso del termine, senza che il creditore abbia iniziato una azione giudiziale di recupero contro il debitore principale e l’abbia altresì diligentemente continuata. Da quanto sopra esposto è evidente che, in ogni ipotesi in cui l’Azienda di credito abbia (come accade più frequentemente di quanto si pensi) iniziato l’azione giudiziaria nei confronti del debitore principale dopo molto tempo (talvolta passano anni tra la decadenza del beneficio del termine e l’inizio delle azioni volte al recupero) il fideiussore avrà la possibilità di eccepire la nullità della clausola di deroga all’art 1967 c.c.. La predetta difesa è spesso particolarmente efficace nei giudizi di opposizione a Decreto Ingiuntivo ed ha spesso comportato la sospensione del provvedimento monitorio emesso nei confronti del fideiussore Articolo originariamente pubblicato dallo scrivente su: https://www.studiolegalemdg.com/notizie/la-nullita-delle-fideiussioni-bancarie-redatte-su-schema-abi

Titolo professionale

Master breve in diritto e contenzioso bancario e finanziario

Altalex Formazione - 6/2017

Il Master Breve ha focalizzato la sua attenzione sugli aspetti del contenzioso in materia Bancaria e Finanziaria. Il corso si è svolto in 25 ore di formazione nel periodo maggio -giugno 2017 e mi ha permesso di approfondire con un taglio differente una materia che tratto da anni.

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