La mia esperienza si è formata negl'anni difendendo sia le parti offese sia il professionista medico. Inoltre, sono tra gli avvocati fiduciari di diversi ospedali pubblici e avvocato di alcune cliniche private. Ancora adesso lo studio assise importanti cliniche mediche. L'esperienza maturata e i casi trattati hanno consentito di avere una competenza completa sia nell'assistenza delle cliniche ma anche nell'assistenza ai privati che hanno subito danni anche di rilievo penale nell'esecuzione di prestazioni mediche.
Informazioni generali
Fulvio Pellegrino, nato a Pompei l’8 gennaio 1968, laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli Federico II nel 1995, è avvocato cassazionista con oltre venticinque anni di esperienza nel diritto penale. È specializzato in responsabilità medica, reati ambientali, delitti contro la famiglia e omicidio stradale. Ha maturato una solida competenza in procedimenti complessi e di rilevanza nazionale. Esercita la professione con studi a Napoli, Milano e Torre Annunziata, garantendo assistenza su tutto il territorio.
Esperienza
Sono specializzato nel fornire assistenza legale nell’ambito penale, in particolare nella materia ambientale, nella responsabilità medica e nei reati contro la famiglia. Durante la mia carriera professionale ho seguito centinaia di clienti e decine di aziende che sono rimasti soddisfatti del mio operato. Alcuni dei principali clienti: Azienda Ospedaliera Istituto Ortopedico Gaetano Pini (Milano), Residenza Sanitaria Assistenziale “Quadrifogli, Gruppo Immobiliare-Alberghiero “Giglio”, Comune di Pompei, Capitalease S.p.A. con ruolo di Legal Advisor, responsabile antiriciclaggio, gruppo edile EdilCava. Gruppo Ferretti -Aprea.
Alcuni dei casi di cui mi sono occupato hanno avuto una rilevanza nazionale e altri sono derivati da trasmissioni televisive come Le Iene e Chi L'ha Visto. In particolare quello scaturito dal video messo in onda dalla trasmissione Chi L'Ha Visto a breve si concluderà. Sul WEB, dagli articoli di giornale è possibile conoscere alcuni dei casi seguiti di rilievo nazionale.
Altre categorie
Stalking e molestie, Diritto ambientale, Diritti umani, Usura, Diritto assicurativo, Truffe, Diritto penitenziario, Cassazione.
Credenziali
Chirurgia Estetica: Responsabilità Medica, Danni e Aspetti Penali
Pubblicato su IUSTLABNel delicato campo della chirurgia estetica, l'errore tecnico commesso da un chirurgo durante l'intervento a causa di imprudenza e negligenza può non solo comportare gravi danni fisici ed estetici ma anche implicare aspetti penali. L'articolo 590 sexies del codice penale italiano può diventare un elemento cruciale nei casi in cui il chirurgo, per sua negligenza, provochi lesioni gravi al paziente durante l'operazione. La sentenza n. 28086/2019 della Suprema Corte, depositata il 27 giugno 2019, ha riaffermato che la legge Gelli-Bianco, che introduce la causa di non punibilità, non si applica quando sono presenti elementi di imprudenza, negligenza ed imperizia nell'utilizzo degli strumenti chirurgici, causando gravi lesioni personali. In questi casi, la responsabilità penale del chirurgo può essere accertata. La Corte di Cassazione, sezione VI civile, con l'ordinanza n. 8220 del 24 marzo 2021, ha inoltre sottolineato che, di fronte a menomazioni multiple, il risarcimento dovuto dal medico deve essere valutato considerando il danno estetico e psicologico nel suo complesso. Questo approccio più completo riflette la complessità delle conseguenze e può influenzare la valutazione di eventuali responsabilità penali. Nel contesto della chirurgia estetica al volto, la Cassazione penale, sez. IV, con la sentenza n. 32423 del 8 maggio 2008, ha stabilito che il chirurgo plastico può essere ritenuto responsabile di lesioni colpose se, durante un intervento, causa lesioni alla persona offesa. Questo è particolarmente rilevante quando manca un'esaustiva informativa sulla possibilità di complicanze legate all'utilizzo di specifici prodotti commerciali. In conclusione, oltre alla responsabilità civile per danni estetici e psicologici, i chirurghi coinvolti in interventi estetici devono considerare anche l'aspetto penale delle loro azioni. La legge è chiara nel richiedere standard elevati di cura e sicurezza nel settore medico, e la violazione di tali standard può comportare conseguenze legali significative per i professionisti coinvolti."
Avvocato reati ambientali
Blog youtube - 1/2024La necessita di rivolgersi ad avvocati specializzati. Diritto Ambientale.
Discarica abusiva e inquinamento ambientale: il problema della posizione di garanzia - Cassazione penale, Sez. III, sentenza 27 settembre 2023, n. 39195
Pubblicato su IUSTLABIn tema inquinamento ambientale e discariche abusive, uno dei focus particolarmente rilevanti riguarda il problema della posizione di garanzia. Si tratta di un principio giuridico ricorrente nell’ambito del diritto penale, in particolare per i reati ambientali, che vedono per protagonisti inquinamento ambientale e discariche abusive. In molti sistemi giuridici, tra cui quello italiano, la posizione di garanzia indica la responsabilità penale di un individuo o di un’entità giuridica che, in quanto tale, ha il dovere giuridico di non porre in essere condotte dannose per l’ambiente. Se il soggetto si trova in posizione di garanzia ha l’obbligo legale di prevenire danni ambientali con il suo operato. L’importanza della posizione di garanzia La posizione di garanzia ha la funzione di promuovere la responsabilità e la coscienza ambientale, come cura del bene comune e prevenzione di ogni tipo di danno ambientale. L’impianto normativo che regola la posizione di garanzia nel settore ambientale può variare profondamente da Paese a Paese, a seconda del luogo in cui si configura il reato. Si tratta inoltre di un ambito in continuo aggiornamento (breve accenno storico al cambiamento legislativo). La posizione di garanzia nel nostro ordinamento Recentemente la Corte di Cassazione penale si è espressa in un caso di gestione di discarica abusiva e inquinamento colposo di acque superficiali a seguito del rilascio di percolato di discarica. Si tratta della sentenza n.39195 del 27 Settembre 2023, in cui viene specificato come il funzionario gravato dalla posizione di garanzia risponde a titolo di colpa del reato di inquinamento ambientale.
Richiesta di regolarizzazione di un abuso edilizio (modesto) e non punibilità del fatto Cassazione penale, Sez. IV, sentenza 25 settembre 2023, n. 38909
Pubblicato su IUSTLABLa sentenza n 38909 del 25 settembre 2023 trova fondamento da una vicenda giudiziaria in cui l’imputata era responsabile del reato edilizio di cui all’art. 44, lett. b, d.P.R. n. 380/2001, per aumento volumetrico di un appartamento in assenza di titolo autorizzativo, commesso nel giugno 2017. Il difensore dell’imputata, dopo aver presentato ricorso per cassazione, procede insistendo per l’applicazione della causa di non punibilità ex art. 131-bis cod. pen. alla luce della novella introdotta con il d.lgs. n. 150/22, che ha aggiunto, quale dato rilevante, anche il comportamento tenuto dopo la commissione del reato. L’intero procedimento è infatti nato dall’istanza di regolarizzazione del fabbricato presentato dalla stessa imputata. La decisione della Corte di Cassazione Tra gli elementi valutabili ai fini dell’applicazione, la Cassazione ha infatti introdotto la “condotta susseguente al reato” tra gli elementi di valutazione, risolvendo così in senso affermativo la questione dell’applicabilità ai piccoli abusi edilizi il cui responsabile abbia presentato domanda di regolarizzazione della fabbricazione, della causa di non punibilità prevista dall’Art. 131-bis post Cartabia. A determinare tale risultato da un lato la modestia dell’intervento edilizio in oggetto (si trattava nello specifico di un minimo aumento della superficie abitabile utile) e dall’altro l’evidente condotta successiva al reato che esprimeva la volontà di regolarizzare la propria posizione. La particolare tenuità del fatto è riconoscibile nel giudizio di legittimità e comporta la non punibilità del fatto stesso, costituendo così uno strumento importante per l’alleggerimento del carico giudiziario.
Alla sbarra per calunnia di un collega: assolta la poliziotta
Sentenza(F.Cam.) Assolta perché il fatto non costituisce reato. Una sentenza non scontata quella pronunciata ieri dal giudice omissis al termine del processo che vedeva alla sbarra la poliziotta omissis in servizio a Padova, accusata di calunnia nei confronti di un collega della Questura di omissis per aver scritto su di lui un'annotazione di servizio nella quale riferiva di voci su sue presunte cessioni di droga ad alcune giovani ragazze per ottenere in cambio prestazioni sessuali. Dalle indagini tutto era poi risultato falso e così la poliziotta si è trovata a sua volta indagata. Il pm aveva chiesto una condanna a 1 anno e 2 mesi. L'avvocato Fulvio Pellegrino di Torre Annunziata, difensore della poliziotta, già al centro di un altro processo per molestie tramite sms inviati a una ragazza con la quale aveva avuto una relazione, che aveva destato non poco clamore anche se di fatto tutto si era risolto con un'ammenda e l'assoluzione dalle ulteriori accuse, non ha nascosto come le indagini del poliziotto rodigino oggetto dell'annotazione, condotte per l'altra vicenda, potessero costituire un movente per la calunnia. Ma ha evidenziato come la sua assistita avrebbe potuto utilizzare altre forme e, soprattutto, non citare nell'annotazione la fonte che gli aveva riferito del comportamento del collega. Invece, ha citato il confidente che poi, sentendosi tirato in ballo in una vicenda più grossa di lui, avrebbe ritrattato.
Iª Sottocommissione presso la Corte di Appello di Napoli (esame di avvocato 2012) Iª Sottocommissione presso la Corte di Appello di Napoli 09/11/2012
Ordine Avvocati - 1/2024Vicepresidente corte d'appello di napoli iª sottocommissione 2012
Molestie reato: atti persecutori.
Pubblicato su IUSTLABLa nozione di molestia nel reato di atti persecutori – Corte di Cassazione, Sez. II Penale – 04 Giugno 2024 N. 22484 Molestie reato: cosa intendiamo per “atti persecutori”? Qual è il collegamento tra molestie e atti persecutori? Quali sono gli strumenti atti a dimostrare l’avvenuta molestia? Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione (n. 22484 del 04 giugno 2024) fa chiarezza sul tema. “In tema di atti persecutori, rientra nella nozione di molestia qualsiasi condotta che concretizzi una indebita ingerenza od interferenza, immediata o mediata, nella vita privata e di relazione della vittima, attraverso la creazione di un clima intimidatorio ed ostile, idoneo a comprometterne la serenità e la libertà psichica”. Con il provvedimento di cui sopra, depositato solo qualche giorno fa, la Corte di Cassazione, stabilisce che la registrazione fonografica di un colloquio non sia riconducibile alla nozione di intercettazione, bensì possa essere utilizzata a fini di prova. La registrazione di un colloquio svoltosi tra presenti o mediante strumenti di trasmissione operata da un soggetto partecipante o ammesso ad assistervi, sebbene operata clandestinamente, costituisce una forma di memorizzazione fonica di un fatto storico. Si tratta di prova documentale rappresentativa di un fatto storicamente avvenuto. L’autore può quindi disporne legittimamente, anche a fini di prova in caso di procedimento a carico dell’altro soggetto partecipante alla conversazione. La registrazione diventa così una forma di autotutela e garanzia per la propria difesa, previa valutazione della sua affidabilità. L’articolo 660 del Codice Penale italiano tratta del reato di molestie o disturbo alle persone. L’articolo, quindi, punisce chiunque molesti o disturbi altre persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, oppure tramite il telefono, per motivi di petulanza o per altri motivi biasimevoli. Tale articolo riguarda, quindi, molestie verbali, molestie telefoniche ed il reato di molestie sessuali. La punizione prevista è l’arresto fino a sei mesi o un’ammenda fino a 516 euro. Tuttavia, questo reato è perseguibile solo a querela della persona offesa, il che significa che l’azione penale viene avviata solo se la vittima presenta una denuncia. Questo reato può includere vari tipi di comportamenti, come: – Telefonate indesiderate ripetute. – Disturbi arrecati in luoghi pubblici con comportamenti molesti. – Azioni fastidiose o offensive compiute per petulanza o altri motivi non giustificabili. È importante distinguere questo reato da altri simili, come lo stalking (art. 612-bis cp) o l’ingiuria (art. 594 cp, abrogato nel 2016), che possono comportare conseguenze legali differenti e richiedono elementi costitutivi diversi.
D lgs 231 2001. Responsabilità amministrativa degli enti
Pubblicato su IUSTLABDecreto legislativo 231: La Responsabilità Amministrativa delle Imprese Il D.lgs. n. 231/2001 ha introdotto in Italia il concetto di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, rivoluzionando il quadro normativo relativo alla responsabilità per reati commessi all’interno di aziende e enti. Prima dell’entrata in vigore di questa normativa, solo le persone fisiche potevano essere penalmente responsabili per la commissione di reati. Con il decreto, anche le imprese, associazioni e altri enti possono essere chiamati a rispondere di reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio da dirigenti, dipendenti o collaboratori. Cos’è il D Lgs 231 01? Il decreto legislativo 8 giugno 2001 n 231 , stabilisce che le aziende e gli enti possano essere responsabili sul piano amministrativo per determinati reati commessi da persone che agiscono in loro nome. Questo ha introdotto l’esigenza per le imprese di adottare efficaci strumenti di controllo e gestione interna per prevenire reati, come la corruzione, la frode, la violazione delle norme di sicurezza sul lavoro e molti altri. Reati Previsti dal D.lgs 231 01 La normativa prevede una serie di reati specifici che possono comportare la responsabilità delle persone giuridiche, tra cui: 1. Reati contro la Pubblica Amministrazione: Corruzione, concussione, peculato. 2. Reati societari: Falsificazione dei bilanci, false comunicazioni sociali. 3. Reati in materia di sicurezza sul lavoro: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime causate dalla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. 4. Riciclaggio e reati finanziari: Reati di riciclaggio e auto-riciclaggio. 5. Reati ambientali: Violazione delle norme sulla gestione dei rifiuti e inquinamento. 6. Cybercrime e reati informatici: Frodi informatiche e accessi abusivi a sistemi informatici. Il Modello Organizzativo 231 Per evitare la responsabilità ai sensi del Decreto 231 del 2001, le imprese possono adottare un Modello di organizzazione, gestione e controllo. Questo modello, se adeguatamente implementato e aggiornato, rappresenta uno strumento di prevenzione dei reati, riducendo o eliminando la responsabilità dell’ente. Il modello organizzativo deve includere: – Procedure interne per la prevenzione di reati. – Un organismo di vigilanza autonomo e indipendente. – Sistemi di monitoraggio e controllo costanti. – Codici etici che regolano il comportamento di dipendenti e collaboratori. Sanzioni Previste dal decreto legislativo 231 01 Le sanzioni per gli enti che non rispettano la legge 231 del 2001 possono essere molto severe e si dividono in: 1. Sanzioni pecuniarie: Calcolate sulla base della gravità del reato e delle dimensioni dell’ente. 2. Sanzioni interdittive: La sospensione o la revoca di licenze e autorizzazioni, il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione o l’interdizione dall’esercizio dell’attività. 3. Confisca: Sequestri e confisca dei beni ottenuti attraverso il reato. 4. Pubblicazione della sentenza: La pubblicazione della condanna, che può danneggiare gravemente la reputazione dell’ente. I Vantaggi dell’Adozione del Modello 231 L’adozione di un Modello Organizzativo 231 offre alle aziende numerosi vantaggi, tra cui: – Esenzione dalla responsabilità amministrativa per reati commessi da dipendenti o dirigenti. – Miglioramento della governance aziendale e delle procedure interne. – Maggiore fiducia da parte di clienti e partner grazie a una gestione trasparente e conforme alle norme. – Riduzione del rischio di sanzioni e danni reputazionali. Conclusioni Il Decreto Legislativo 231 del 2001 rappresenta una pietra miliare nella regolamentazione della responsabilità delle imprese in Italia. Le aziende, per evitare pesanti sanzioni e responsabilità amministrative, devono implementare efficaci sistemi di controllo interno e adottare un Modello Organizzativo 231. La conformità a questa normativa non solo tutela le imprese da rischi legali, ma migliora anche la loro reputazione e la loro capacità di competere sul mercato.
Frodi Fiscali. L’operazione Moby Dick - Come difendersi L’avvocato penalista gioca un ruolo fondamentale nella protezione delle aziende oneste, fornendo una difesa esperta e tempestiva in caso di indagini penali legate a frodi fiscali e internazionali o crimini economici.
Pubblicato su IUSTLABLe normative fiscali complesse e le operazioni transnazionali rendono le imprese vulnerabili, anche quando non hanno intenzione di violare la legge. L’avvocato penalista può intervenire in vari modi per prevenire o mitigare i rischi: Consulenza Preventiva: l’avvocato penalista aiuta le aziende a progettare modelli di compliance efficaci e a implementare politiche interne che rispettano le normative fiscali e penali, evitando potenziali violazioni. Gestione delle Indagini e delle Azioni Legali: in caso di indagini da parte delle autorità, l’avvocato penalista guida l’impresa attraverso il processo, garantendo che i diritti dell’azienda vengano tutelati e riducendo il rischio di conseguenze legali gravi. Tutela nei Procedimenti Giudiziari: se l’azienda viene coinvolta in procedimenti giudiziari, l’avvocato penalista rappresenta l’impresa in tribunale, difendendo la sua posizione e cercando di ottenere una risoluzione favorevole, come l’annullamento delle accuse o la riduzione delle sanzioni. Formazione e Sensibilizzazione Interna: l’avvocato penalista può fornire formazione interna ai dipendenti e ai dirigenti su come riconoscere e prevenire comportamenti che potrebbero risultare illeciti, contribuendo a mantenere un ambiente aziendale conforme alla legge. Collaborazione con le Autorità Competenti: in caso di operazioni sospette, l’avvocato penalista può anche fungere da intermediario tra l’azienda e le autorità competenti, facilitando la comunicazione e l’integrazione delle segnalazioni, e cercando di ridurre i danni reputazionali e finanziari. Con il crescente intervento della Procura Europea e la sempre maggiore complessità delle frodi fiscali internazionali e delle evasioni fiscali, la consulenza di un avvocato penalista diventa essenziale per le aziende che vogliono tutelarsi e mantenere la loro integrità in un contesto economico globale sempre più attenzionato. PROCURA EUROPEA Negli ultimi anni, la Procura Europea (EPPO) ha assunto un ruolo chiave nel contrasto alle frodi fiscali e ai crimini economici su scala internazionale. Questo organismo, istituito per proteggere gli interessi finanziari dell’Unione Europea, ha poteri investigativi indipendenti e può condurre direttamente indagini e azioni penali nei casi di frode ai danni del bilancio comunitario. L’Italia, come gli altri Stati membri, sta affrontando una trasformazione del proprio sistema giuridico, con un’influenza crescente del diritto europeo nel settore penale ed economico. L’evoluzione del mercato globale e la digitalizzazione delle transazioni hanno reso le operazioni fraudolente sempre più difficili da intercettare con strumenti tradizionali. Schemi come il carosello IVA o le operazioni “cum-ex” sfruttano le differenze normative tra i vari Paesi, permettendo a gruppi finanziari e organizzazioni criminali di accumulare profitti illeciti e sottrarre risorse ai bilanci pubblici. La frammentazione delle giurisdizioni ha spesso ostacolato la lotta a questi fenomeni, ma la Procura Europea ha introdotto un nuovo approccio, basato sulla cooperazione internazionale e su un’azione coordinata più incisiva. L’operazione Moby Dick: un caso emblematico di evasione fiscale Uno dei più importanti successi investigativi dell’EPPO è rappresentato dall’operazione “Moby Dick” , un’inchiesta senza precedenti sulle frodi fiscali transnazionali. L’indagine ha rivelato un sofisticato sistema di evasione dell’IVA, con un danno stimato di oltre 2,2 miliardi di euro, perpetrato attraverso una rete di aziende operanti in 31 Paesi. Il meccanismo della frode prevedeva l’emissione di false fatture e l’utilizzo di società fittizie per gonfiare artificialmente il volume d’affari e ottenere rimborsi fiscali indebiti. I proventi venivano poi riciclati attraverso investimenti immobiliari e conti offshore, sfruttando la scarsa trasparenza di alcune giurisdizioni. L’inchiesta ha smascherato una rete criminale ben organizzata, che operava indisturbata grazie alla difficoltà delle autorità nazionali nel coordinare le indagini oltre i propri confini. L’operazione “Moby Dick” rappresenta un punto di svolta nel contrasto alla frode fiscale , dimostrando come solo un’azione congiunta a livello europeo possa colpire efficacemente i reati finanziari su larga scala. L’intervento dell’EPPO ha permesso di interrompere il ciclo della frode, recuperare ingenti somme di denaro e prevenire il perpetuarsi di queste pratiche illecite. Come possono difendersi le imprese oneste? Mentre la Procura Europea intensifica la sua azione contro i reati finanziari, le imprese che operano nella legalità devono adottare strategie efficaci per tutelarsi da rischi e responsabilità. La complessità delle normative fiscali e la presenza di zone grigie nel mercato globale possono esporre anche aziende oneste al pericolo di essere coinvolte, anche involontariamente, in operazioni illecite. Per evitare tali rischi, le imprese possono adottare diverse misure di protezione: Implementazione di modelli di compliance e controllo interno: Le aziende devono dotarsi di sistemi di compliance solidi, capaci di monitorare le operazioni finanziarie e commerciali in tempo reale. L’adozione di un modello organizzativo conforme al Decreto Legislativo 231/2001, che prevede un sistema di controlli interni per prevenire reati fiscali e societari, può ridurre il rischio di coinvolgimento in indagini giudiziarie. Un codice etico aziendale e protocolli di trasparenza nei rapporti con partner e fornitori sono strumenti essenziali per dimostrare la buona fede dell’impresa. Due diligence su partner e fornitori Prima di avviare collaborazioni commerciali, è fondamentale verificare l’affidabilità di clienti, fornitori e investitori, specialmente quando operano in giurisdizioni a rischio. L’uso di strumenti di analisi finanziaria e banche dati internazionali permette di individuare eventuali anomalie nei flussi economici e nella struttura societaria dei soggetti con cui si intrattengono rapporti d’affari. Bisogna prestare particolare attenzione ai Paesi a fiscalità agevolata, evitando operazioni che possano essere interpretate come strategie elusive. Tracciabilità delle operazioni finanziarie Le transazioni devono essere trasparenti e documentate, evitando pagamenti non tracciabili o strutture societarie poco chiare. L’uso di strumenti tecnologici come la blockchain può garantire una maggiore trasparenza nei flussi finanziari, riducendo il rischio di frodi. La registrazione accurata delle operazioni e la conservazione della documentazione fiscale sono elementi chiave per dimostrare la legittimità delle attività aziendali. Formazione e aggiornamento continuo I dirigenti e i responsabili finanziari devono essere costantemente aggiornati sulle evoluzioni normative in ambito fiscale e penale. Corsi di formazione sulla gestione del rischio fiscale e sulle nuove regolamentazioni europee possono aiutare le aziende a evitare situazioni potenzialmente rischiose. Un team legale interno o il supporto di esperti di diritto tributario può fornire un’ulteriore garanzia di conformità alle normative. Segnalazione di operazioni sospette In caso di anomalie nei flussi finanziari o di comportamenti sospetti da parte di partner commerciali, le aziende devono essere pronte a segnalare eventuali irregolarità alle autorità competenti. La collaborazione con gli enti di controllo e la magistratura può rafforzare la credibilità dell’impresa e ridurre il rischio di essere coinvolta in procedimenti legali. Un futuro economico più equo e sicuro La lotta alle frodi fiscali non è solo una questione di giustizia, ma rappresenta una sfida cruciale per la stabilità dell’economia globale. Le aziende oneste, se lasciate senza tutele adeguate, rischiano di essere penalizzate dalla concorrenza sleale di chi evade il fisco e sfrutta le falle del sistema. Per questo motivo, l’azione della Procura Europea non si limita alla repressione, ma mira a ristabilire condizioni di mercato più eque, dove la legalità venga premiata e le pratiche fraudolente siano efficacemente sanzionate. L’operazione “Moby Dick” ha dimostrato che i tempi dell’impunità per le grandi frodi fiscali sono finiti. Con il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati e un maggiore impegno delle imprese nella prevenzione dei rischi fiscali, è possibile costruire un sistema economico più solido, trasparente e sostenibile.
Il reato di maltrattamenti ex art. 572 c.p. tra "liti familiari" e "sistematica sopraffazione" Cassazione penale, Sez. VI, sentenza 15 settembre 2023, n. 37978
Pubblicato su IUSTLABL’articolo ex 572 del Codice Penale italiano ha come tema centrale il maltrattamento di persone in ambito famigliare. “Chiunque, in famiglia o comunque tra persone che convivono, maltratta una persona, procurandone delle lesioni personali o ponendola in condizioni di soggezione o di dipendenza, è punito con la reclusione da tre a sette anni”. La pena è inoltre aumentata se la condotta ha cagionato un danno tangibile e verificabile alla salute della persona offesa. La pena è altresì aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di minore di anni 14, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità, come definito ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 n.104 del 5 febbraio 1992. Se dal fatto commesso deriva la morte della persona offesa, il colpevole è punito con la reclusione da sei a dodici anni. E’ importante sottolineare come la giurisprudenza abbia chiarito che per maltrattamenti in famiglia non si intendono solo percosse, lesioni, ingiurie, minacce, privazioni e umiliazioni imposte alla vittima, ma anche atti di disprezzo e di offesa alla sua dignità che si traducono in sofferenze psicologiche e morali. La Sentenza 15 settembre 2023 n 39878 La sentenza del 15 settembre 2023 n 39878 evidenzia come i comportamenti reiterati di offese fisiche, sessuali, psicologiche o economiche, debbano considerarsi volti a ledere la dignità della persona offesa, ad annientarne pensieri ed azioni indipendenti, a limitarne la sfera di libertà ed autodeterminazione e a ferirne l’identità di genere con violenze psicologiche ed umiliazioni. Alla base troviamo un chiaro atteggiamento di possesso e controllo, per limitare la libertà dell’altra parte. Per tale motivo il Giudice è chiamato a valutare l’intero contesto della coppia o della famiglia interessata e il clima di umiliazione che subisce la vittima e che va a lederne la dignità. Spiegazione della sentenza La condotta maltrattante si distingue per una serie di comportamenti ripetuti, che possono assumere anche la forma di minacce, operanti su diversi livelli all'interno di una relazione affettiva. La complessità di questa condotta emerge attraverso la sua manifestazione su diverse dimensioni, quali il livello fisico, sessuale, psicologico o economico. L'elemento unificante di tali comportamenti è la loro mira a ledere profondamente la dignità della persona offesa, ad annullare qualsiasi forma di autonomia, a limitare la sfera di libertà ed autodeterminazione e a infliggere ferite all'identità di genere mediante violenze psicologiche ed umiliazioni. La discriminazione insita nei reati di violenza contro le donne si evidenzia attraverso un disegno deliberato di possesso, dominazione e controllo della libertà femminile. Tale intento discriminatorio si traduce in un ciclo di abusi che va oltre l'atto singolo, proiettandosi nel tentativo sistematico di sottomettere la vittima. Il compito del giudice, pertanto, non si esaurisce nella valutazione dei singoli episodi che potrebbero apparire soggettivamente più gravi, ma richiede una comprensione approfondita del contesto diseguale che caratterizza la coppia coinvolta. Questa valutazione deve estendersi a considerare attentamente la violenza psicologica perpetrata dall'autore, nonché l'atmosfera di umiliazione inflitta alla vittima con l'intento di minare la sua dignità. Un'analisi completa della situazione richiede al giudice di esplorare la molteplicità di fattori che contribuiscono al quadro diseguale di coppia, mettendo in luce la natura sistematica della violenza e il suo impatto a lungo termine sulla vittima. È fondamentale riconoscere l'interconnessione tra i diversi tipi di abuso e l'obiettivo comune di stabilire un controllo coercitivo. In conclusione, la condotta maltrattante va oltre la mera somma degli episodi singoli, richiedendo una valutazione globale del contesto relazionale. Il giudice deve dimostrare una sensibilità particolare nel cogliere la profondità della volontà di controllo e dominazione che guida tali comportamenti, evidenziando una comprensione approfondita del contesto diseguale e del devastante impatto delle violenze psicologiche e delle umiliazioni sulla dignità e sulla libertà della vittima. Commento alla sentenza Il testo offre un'analisi dettagliata e penetrante della condotta maltrattante all'interno delle relazioni affettive, andando al di là della superficie degli episodi violenti. L'attenzione alla coercizione e al controllo, insieme alle dinamiche di potere sottostanti, disegna un quadro completo della devastante portata di questo tipo di abuso, gettando luce sulle subdole strategie manipolatorie e sulle minacce che caratterizzano spesso tale condotta. La considerazione delle influenze culturali e sociali aggiunge un elemento critico, evidenziando come stereotipi di genere e norme culturali distorte possano contribuire a creare un terreno fertile per la persistenza della violenza. La menzione della dipendenza economica e sociale come ostacolo per la vittima offre uno sguardo realistico sulle sfide concrete che possono complicare il percorso di liberazione da una relazione abusiva. Inoltre, l'attenzione alle conseguenze a lungo termine pone giustamente l'accento sulla necessità di una risposta legale e sociale completa, non limitata alla semplice punizione degli atti violenti, ma incentrata anche sul sostegno alla vittima nel difficile processo di guarigione e nel recupero dell'autonomia. Questo commento riconosce appieno la complessità della condotta maltrattante e sottolinea l'urgenza di approcci integrati per affrontare in modo efficace questo problema intricato e insidioso nelle relazioni umane.
Interpol arresta James Nolan in Italia su richiesta di estradizione della Nigeria
Caso James Nolan: bloccata l’estradizione verso la Nigeria grazie a una difesa impeccabileJames Nolan, cittadino britannico e dirigente della P&ID, arrestato dall’Interpol in Italia nel gennaio 2024 su richiesta della Nigeria per una presunta frode da 9,6 miliardi di dollari, ha evitato l’estradizione grazie all’eccellente lavoro difensivo svolto dal suo avvocato. Nonostante la documentazione fornita dallo Stato richiedente apparisse formalmente ineccepibile, l’analisi difensiva ha messo in luce gravi criticità, segnalate anche da organizzazioni internazionali, circa il rispetto dei diritti umani in Nigeria. Tali elementi, uniti a una difesa tecnica e determinata, hanno portato al rigetto della richiesta estradizionale e alla liberazione di Nolan, che ha potuto così far ritorno a casa.
Reati ambientali
1/2025Mi occupo di reati ambientali da oltre trent’anni, un’esperienza maturata sul campo in difese complesse in tutta Italia. Ho affrontato procedimenti relativi a inquinamento ambientale, gestione illecita di rifiuti, scarichi non autorizzati e danno ambientale, sviluppando un approccio che integra conoscenza giuridica e analisi tecnico-scientifica. Ho approfondito i parametri chimici e normativi rilevanti, collaborando con consulenti ambientali, periti e laboratori, per garantire una difesa rigorosa, tecnica ed efficace in un settore in continua evoluzione normativa e giurisprudenziale.
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Lo studio
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