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Detenzione di stupefacenti e confisca del denaro

Scritto da: Lorenzo Saponaro - Pubblicato su IUSTLAB

Pubblicazione legale:

Cass. Pen.  19580/2024 

Non si può presumere  che il denaro   in possesso  della persona indagata per il reato di cui all'art.  73  DPR 309/90,   sia provento di quell'attività illecita. Questa in  sintesi la  decisione della  Suprema  Corte   nella  sentenza   n. 19580/2024   resa  a  seguito  di ricorso  dell'imputato    nei confronti del quale il  giudice  di merito aveva  disposto il  sequestro  del  denaro  trovato in  suo possesso al momento  dell'accertamento del reato. 

L'art.  240 cp  dispone  che   "  nel  caso di condanna,  il  Giudice può  ordinare la confisca delle cose      che   servirono   o  furono    destinate a  commettere il  reato, e  delle cose   che ne  sono il prodotto o il profitto".   Nel  caso  sottoposto all'attenzione degli  Ermellini,  si contestava all'imputato  il  reato  di  detenzione  a  fini  di spaccio e  l'accusa non  era  riuscita  a provare    anche  un'attività  di cessione  della  sostanza   stupefacente  e,  di conseguenza, il fatto che il  denaro  trovato nella  disponibilità dell'imputato   fosse il  profitto  di tale attività illecita.  Si tratta  di  un  argomentazione  logica  e   coerente  al dettato  normativo  che  ribadisce un principio  di  specchiata   evidenza,  sfuggito   ai  giudici   di merito.


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Referenze

Pubblicazione legale

Ammessa la testimonianza della P.G. sul contenuto di immagini registrate (Cass. Pen. 24583/2024)

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"Ancorché la registrazione della videoripresa costituisca la prova regina, portatrice di certezze processuali, ciò non esclude che, ove la fonte di prova sia deteriorata, sia ammissibile l’ingresso nel giudizio del suo risultato attraverso altri mezzi di prova" E' questo il principio di diritto pronunciato dalla Corte di Cassazione con la recentissima sentenza depositata il 21 giugno 2024. Nel caso di specie, si trattava di immagine videoriprese dalla P.G. nel corso di un servizio di osservazione il cui supporto informatico era andato distrutto. La Corte ha ritenuto legittima la deposizione degli ufficiali e degli Ufficiali e degli Agenti di polizia giudiziaria sul contenuto delle immagini videoriprese poiché da un lato le riprese "live" svolte durante un servizio di osservazione rientrano pienamente nelle attività consentite alla P.G. dall'art. 357 comma 2 lett f) cpp e i relativi verbali possono essere acquisiti al fascicolo del dibattimento, dall'altro, essa è implicitamente ammessa dall'art. 195 comma 4 cpp.

Pubblicazione legale

Detenzione di stupefacenti e confisca del denaro

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Cass. Pen. 19580/2024 Non si può presumere che il denaro in possesso della persona indagata per il reato di cui all'art. 73 DPR 309/90, sia provento di quell'attività illecita. Questa in sintesi la decisione della Suprema Corte nella sentenza n. 19580/2024 resa a seguito di ricorso dell'imputato nei confronti del quale il giudice di merito aveva disposto il sequestro del denaro trovato in suo possesso al momento dell'accertamento del reato. L'art. 240 cp dispone che " nel caso di condanna, il Giudice può ordinare la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, e delle cose che ne sono il prodotto o il profitto". Nel caso sottoposto all'attenzione degli Ermellini, si contestava all'imputato il reato di detenzione a fini di spaccio e l'accusa non era riuscita a provare anche un'attività di cessione della sostanza stupefacente e, di conseguenza, il fatto che il denaro trovato nella disponibilità dell'imputato fosse il profitto di tale attività illecita. Si tratta di un argomentazione logica e coerente al dettato normativo che ribadisce un principio di specchiata evidenza, sfuggito ai giudici di merito.

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