Maurizio Giordano | 18 apr 2020
Libertà contro diritto alla salute (pubblica). Come ci hanno privati della dignità trasformandoci in "malati" con la scusa dell'emergenza sanitaria
Avv. Maurizio Giordano - La dichiarazione dello "stato di emergenza" nel gennaio di quest'anno in seguito all'epidemia da "coronavirus" ha portato a partire dal 12 marzo all'adozione da parte del Governo di misure estremamente restrittive delle libertà personali nei confronti dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Misure suggerite dal cosiddetto "Comitato tecnico scientifico" sul modello cinese che inizialmente sarebbero dovute durare 2 settimane, prorogate poi di volta in volta fino al 4 maggio 2020. La campagna mediatica "unidirezionale" che ha preparato e accompagnato queste misure ha di fatto avuto l'effetto di scatenare il panico tra i cittadini, convincendoli sostanzialmente della necessità di tali misure per tutelare la salute di tutti -in particolare degli anziani- inducendoli ad accettare senza alcuna resistenza una limitazione delle proprie libertà personali che non ha precedenti nella storia repubblicana.
Fonte: STUDIO CATALDI - leggi l'articolo
Sono un avvocato civilista e opero prevalentemente su Torino. Mi sono laureato in Giurisprudenza a pieni voti con una tesi in diritto internazionale sul “Diritto alla privacy" iniziando l'attività professionale nel settore del risarcimento, del danno dell'inadempimento contrattuale e del recupero crediti. Attualmente mi occupo prevalentemente di diritto famiglia, offrendo assistenza nelle procedure di separazione e divorzio, di diritto del lavoro (impugnazione licenziamento e sanzioni disciplinari). Offro inoltre assistenza e consulenza a privati ed imprese per tutte le problematiche inerenti gli aspetti civilistici.
In molti casi prima di arrivare al licenziamento, il datore di lavoro contesta al lavoratore varie violazioni disciplinari assolutamente inestinti o infondate. In questi casi è importante per il lavoratore agire tempestivamente contattando un avvocato di fiducia che impugni la contestazione disciplinare inizialmente mediante lettera raccomandata o pec. Ove il datore di lavoro insista comunque nel comminare la sanzione è di fondamentale imporatnza impugnare la sanzione giudizialmente o innanzi la commissione provinciale del lavoro.
Nelle normale attività di studio, abbiamo assistito con successo numerosi clienti cui era stato comunicato il licenziamento per giusta causa, disciplinare o per giustificato motivo oggettivo. In questi casi spesso il lavoratore si sente disorientato e non sa cosa fare. E' importante allora che si rivolga ad un avvocato che sappia consigliarlo sulla migliore strategia da adottare e che sappia rilevare gli errori di procedura adottati dal datore di lavore. Una buona percentuale di provvedimenti di licenziamento non è infatti sorretto da alcuna valida motivazione.
Lo studio si è occupato con successo di alcuni casi di mobbing sul posto di lavoro ottenendo anche un consistente risarcimento in favore del lavoratore. Tali casi sono particolarmente complessi perchè per configurare il mobbing occorre dimostrare un comportamento sistematico di molestia da parte del datore di lavoro o dei suoi preposti ed occorre anche dimostrare il danno subito attarverso una consulenza tecnica che applica i parametri del DSM ovvero del testo ufficiale delle malattie psichiatriche.
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Maurizio Giordano
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