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Avvocato Beatrice Mannarini a Lecce

Beatrice Mannarini

Avvocato Matrimonialista

Informazioni generali

Faccio questo lavoro da oltre 15 anni, preoccupandomi di assicurare ai coniugi la migliore tutela nella fase più delicata della vita familiare. Durante la mia carriera ho maturato un'importante esperienza lavorando su casi caratterizzati da elevata conflittualità e litigiosità. Ho affiancato i genitori nell'aspetto riguardante l’affido dei figli, l’assegnazione della casa familiare, la quantificazione dell’assegno di mantenimento e ogni altra problematica patrimoniale e familiare. La sede principale del mio studio è a Lecce, un'ulteriore sede è a Monopoli.

Esperienza


Diritto di famiglia

Mi occupo in maniera esclusiva di diritto di famiglia da oltre 15 anni. Ciò mi ha permesso di sviluppare un'elevata competenza della materia ed un'elevata capacità di cercare soluzioni anche in casi di elevata conflittualità. La crisi familiare è infatti un momento delicato del percorso di una coppia: molto spesso si affronta in condizioni psicologiche di stress. Per questo motivo è importante affidarsi a professionisti di alto livello che abbiano la capacità di promuovere soluzioni "su misura" in merito alla gestione del patrimonio, all’affidamento dei figli o all’assegno di mantenimento.


Divorzio

La mia percentuale di separazioni o divorzi conclusi in breve tempo con un accordo è molto elevata, semplicemente perché sono concentrato da anni solo su questo ramo: sono in costante aggiornamento, ma soprattutto, ho esperienza sulle casistiche più disparate. Analizzo tutti gli aspetti oggetto di discussioni come la gestione del patrimonio, l’affidamento dei figli o l’assegno di mantenimento, trovando la soluzione più favorevole, più indolore, più breve e soprattutto migliore per te. Punto ad una rapida risoluzione perché il divorzio breve è la soluzione che ti permette di snellire il processo senza ricorrere al Tribunale.


Separazione

Una separazione, soprattutto quando coinvolge anche i figli, è un evento traumatico. Per questo è importante analizzare tutti gli aspetti oggetto di discussioni come la gestione del patrimonio, l’affidamento dei figli o l’assegno di mantenimento, trovando la soluzione più favorevole, più indolore, più breve e soprattutto migliore per te. Per il benessere dell'intero nucleo familiare è fondamentale cercare rapida risoluzione del conflitto: la ricerca di un accordo e la mediazione in caso di elevata conflittualità è sicuramente la strada privilegiata da percorrere.


Altre categorie

Affidamento, Diritto civile.



Credenziali

Pubblicazione legale

Separazione e divorzio insieme: cosa sapere

Pubblicato su IUSTLAB

È possibile separarsi e divorziarsi con un unico atto? Sì, a partire da marzo 2023, grazie alla riforma Cartabia, è possibile richiedere sia la separazione che il divorzio contemporaneamente in un unico procedimento. Non è quindi più necessario attendere sei mesi o un anno (a seconda che la separazione sia stata consensuale o giudiziale) per poi avviare una nuova pratica il divorzio, come confermato dalla recente sentenza della Cassazione, n. 28727 del 16 ottobre 2023. Cosa cambia con la riforma? Prima della riforma, era necessario un doppio passaggio: 1. i coniugi dovevano presentare un ricorso per la separazione, attendere sei mesi (in caso di separazione consensuale) o un anno (in caso di separazione giudiziale) per ottenere la sentenza di separazione; 2. dopo il periodo di separazione, i coniugi potevano presentare un nuovo ricorso per il divorzio. Con la riforma, i due procedimenti possono essere uniti in uno solo. Quali sono i vantaggi? Maggiore rapidità: il divorzio può essere ottenuto in tempi più brevi, evitando il doppio passaggio di separazione e divorzio. Minore stress: le coppie non devono affrontare due udienze separate, con il relativo carico emotivo. Riduzione dei costi: si dimezzano le spese legali e processuali. Ci sono limitazioni? Sì, persistono le seguenti limitazioni: 1. la procedura congiunta di separazione e divorzio è possibile solo se entrambi i coniugi sono d'accordo; 2. la riforma Cartabia si applica solo alle nuove cause di separazione e divorzio ossia a quelle depositate a partire dal 1° marzo 2023. Che cosa è l’accordo di separazione e divorzio? I coniugi, con l'assistenza dei rispettivi avvocati, possono sempre cercare un accordo che regolamenti l'affidamento dei figli e gli aspetti patrimoniali della separazione e del divorzio (assegni di mantenimento, assegnazione della casa familiare, trasferimenti di proprietà, ecc. ecc.). Questo accordo sarà essere depositato in Tribunale e, a seguito della riforma Cartabia, il Giudice potrà autorizzarlo senza la necessità di un'udienza. È ancora possibile trasformare una separazione giudiziale in consensuale? Sì, è sempre possibile trovare un accordo e depositarlo in udienza.

Pubblicazione legale

L’affido condiviso e il diritto del minore alla bi - genitorialità

Pubblicato su IUSTLAB

Il diritto dei figli ad essere educati e a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno genitore persiste anche in caso di separazione, divorzio o cessazione della convivenza di fatto. L'art. 155 c.c., a tal fine, disciplina il c.d affido condiviso che assicura ai figli delle coppie separate il diritto di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale. L'affidamento condiviso quindi comporta l'esercizio congiunto della responsabilità genitoriale e quindi la condivisione delle decisioni di maggiore importanza. In che modo si attua l’affido condiviso? Per realizzare l’affido condiviso il Giudice adotta i provvedimenti riguardanti le modalità di affido e il mantenimento con esclusivo riferimento all'interesse morale e materiale della prole e valuta prioritariamente la possibilità che i figli restino affidati a entrambi i genitori. Secondo la giurisprudenza, il giudizio prognostico che il Giudice, nell'esclusivo interesse morale e materiale della prole, deve operare circa le capacità dei genitori di crescere ed educare il figlio nella nuova situazione determinata dalla disgregazione dell'unione, va formulato tenendo conto, in base ad elementi concreti, del modo in cui i genitori hanno precedentemente svolto i propri compiti, delle rispettive capacità di relazione affettiva, attenzione, comprensione, educazione e disponibilità ad un assiduo rapporto, nonchè della personalità del genitore, delle sue consuetudini di vita e dell'ambiente sociale e familiare che è in grado di offrire al minore. In ogni caso la condivisione della responsabilità genitoriale deve garantire una presenza comune dei genitori nella vita del figlio, idonea a garantirgli una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi, i quali hanno il dovere di cooperare nella sua assistenza, educazione ed istruzione In che modo viene garantita la convivenza con entrambi i genitori? Il regime dell'affidamento condiviso deve tendenzialmente sostanziarsi, in assenza di gravi ragioni ostative, in una frequentazione paritaria dei genitori con il figlio. L'art. 155 c.c. prevede che il Giudice, nel determinare i tempi e le modalità della presenza dei figli presso ciascun genitore “prende atto, se non contrari all'interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra i genitori». L'accordo sull’affido condiviso dovrà indicare il genitore c.d. “prevalentemente collocatario”, fermo restando la facoltà delle parti di disciplinare un ampio regime di visita in favore del “genitore non collocatario”, che può concretarsi anche nella previsione di un'alternanza paritaria dei tempi di permanenza dei figli presso ciascun genitore, purché essa risulti di fatto agevolmente realizzabile e non contraria agli interessi dei figli. In assenza di un accordo delle parti sarà il giudice a dover procedere alla scelta del genitore collocatario, per l'individuazione del quale dovrà tener conto, principalmente: 1) dell' età del minore ; 2) della necessità di preservare allo stesso la continuità con la figura genitoriale di maggiore riferimento in termini di presenza e quotidiano accudimento; 3) ma anche dello spirito di collaborazione e disponibilità di ciascun genitore al riconoscimento dell'importanza della figura dell'altro genitore nella vita del minore. Ci sono casi in cui non può essere disposto l’affido condiviso? La regola dell'affidamento condiviso dei figli è derogabile solo ove la sua applicazione risulti «pregiudizievole per l'interesse del minore», cioè quando il genitore abbia dimostrato la propria inidoneità ai compiti educativi e alle maggiori responsabilità che l'affido condiviso comporta. Secondo la giurisprudenza esempi di comportamenti indicativi dell'inidoneità ad affrontare quelle maggiori responsabilità che l'affido condiviso comporta sono: - totale inadempimento al diritto di visita; - totale inadempimento all'obbligo di corrispondere l'assegno di mantenimento in favore dei figli minori o maggiorenne ma non economicamente indipendente. La eventuale pronuncia di affidamento esclusivo, in quando deroga al regime ordinario, deve - poi - essere l'esito di una motivazione declinata non solo in positivo, in ordine alla maggiore idoneità del genitore individuato quale affidatario, ma anche in negativo, sulla carenza manifesta, rispetto al ruolo ed ai compiti educativi, dell'altro genitore, nel rilievo che l'affidamento condiviso non può ragionevolmente ritenersi precluso dalla oggettiva distanza esistente tra i luoghi di residenza dei genitori e dalle difficoltà del genitore non collocatario a rispettare i tempi e le modalità di incontro, salvo il limite, nella accertata reiterazione ed importanza della mancata frequentazione, della inidoneità del secondo a fare fronte ai maggiori oneri che gli vengano dall'affido condiviso.

Pubblicazione legale

Assegnazione della casa familiare in caso di separazione e divorzio

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In caso di separazione o divorzio, l' assegnazione della casa familiare è principalmente orientata alla tutela del diritto del minore di mantenere il proprio ambiente domestico e sociale stabile . Questa tutela si concretizza attraverso alcune condizioni specifiche: Presenza di figli minorenni o maggiormente non autosufficienti economicamente; Coabitazione tra il figlio e il genitore prevalentemente collocatario. Che cosa succede quando il figlio va a studiare in un’altra città? Se il figlio va a studiare in un'altra città, la nozione di convivenza rilevante ai fini dell'assegnazione della casa familiare non viene automaticamente meno. La convivenza è considerata stabile anche se non è quotidiana, purché il figlio ritorni regolarmente appena possibile. Gli allontanamenti per motivi di studio o lavoro non devono però essere frequenti e prolungati fino al punto di far perdere alla casa la sua funzione di centro degli affetti. Quando viene meno il collegamento stabile con l'abitazione del genitore? Il collegamento stabile con l'abitazione del genitore viene meno quando l'uso della casa diventa saltuario. Questo si verifica, per esempio, quando: Il figlio sta svolgendo un percorso di formazione professionale all'estero con prospettiva di trasferimento definitivo e rientri sporadici; Il figlio ritorna solo nei fine settimana, configurando un rapporto di mera ospitalità. Cosa succede nel caso in cui il coniuge prevalentemente collocatario instaura una nuova convivenza nella casa familiare? L'assegnazione della casa familiare al genitore collocatario non viene revocata automaticamente se questo inizia una nuova convivenza "more uxorio". La revoca dell'assegnazione dipende esclusivamente dall'interesse del minore e non dalle mutate condizioni di vita del genitore. L’affido paritario comporta la revoca dell’assegnazione della casa familiare? L'affido paritario non comporta automaticamente la revoca dell'assegnazione della casa familiare. Il giudice valuta se la revoca dell'assegnazione realizza un maggior benessere per il minore. Ad esempio, l'assegnazione della casa alla madre può essere confermata se il minore, specialmente in età prescolare, ha stabilito in quella casa il suo habitat domestico principale. Cosa succede quando vengono meno i presupposti per l’assegnazione? Quando la casa familiare perde la sua funzione di habitat per i figli, segue il regime stabilito dal titolo di proprietà. In caso di comproprietà, ciascun comproprietario ha diritto di farne uso.

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Lo studio

Beatrice Mannarini
Via Giovanni Stano N. 23
Lecce (LE)