Secondo il nostro ordinamento, i figli sono eredi sia legittimi (succedono per legge in mancanza di testamento) sia necessari o legittimari (chi muore non può ledere la loro quota legittima, che vi sia o meno testamento).
Proprio perché eredi legittimari, i figli non possono essere privati della quota di eredità che la legge riserva loro e, quindi, hanno diritto ad una porzione del patrimonio ereditario che non può in alcun modo venire meno.
L'unico istituto che consente, di fatto, di escludere i figli dalla successione è la cosiddetta indegnità a succedere (art. 463 del Codice civile), che entra in gioco qualora il figlio ponga in essere una condotta particolarmente riprovevole nei confronti del defunto, del coniuge, di un suo ascedente o discendente.
I casi che determinano l'indegnità sono assolutamente gravi e tassativi e devono essere accertati dal Tribunale con sentenza. Essi sono rappresentati dall'uccisione del de cuius, da un attentato fisico nei suoi confronti o del coniuge o di un discendente o ascendente, dalla mancata reintegrazione nella responsabilità genitoriale da parte di un genitore (che, quindi, non potrà ereditare dal figlio), dall'induzione con dolo o violenza a far revocare o mutare il testamento dal de cuius o impedirne la revoca o la modifica, dalla soppressione od occultamento od alterazione del testamento, dalla formazione od uso cosciente di un testamento falso.
Solo in tali casi particolari e tassativi un erede legittimario perde il diritto a succedere.
Questo perché il nostro ordinamento tutela primariamente i diritti dei familiari e, pertanto, solo in ipotesi particolarmente gravi ammette l'esclusione dalla successione di un parente stretto come un genitore.
Avvocato e Mediatore del Foro di Cuneo, mi occupo di diritto civile, offrendo al Cliente un rapporto diretto, personale e trasparente. Nella professione dell’avvocato non esistono strade impraticabili ma, come per il buono o cattivo tempo (citando Baden Powell), esiste buono o cattivo equipaggiamento. Pertanto, i punti saldi della mia attività sono: riservatezza, ascolto, comprensione e rispetto per la persona e per gli interessi in gioco, atteggiamento positivo e costante impegno per raggiungere l’obiettivo prefissato.
La locazione è il contratto con cui una parte (locatore) si obbliga nei confronti di un'altra (conduttore) a far godere un bene mobile o immobile per un dato tempo e dietro corrispettivo determinato. Offro assistenza stragiudiziale e giudiziale nella fase di formazione del contratto e nel caso di suo inadempimento.
Le procedure di sfratto possono essere utilizzate dal proprietario-locatore per ottenere il rilascio di un immobile. Lo sfratto può avvenire per morosità o per finita locazione. Lo sfratto per morosità può essere richiesto dal locatore in caso di mancato pagamento dei canoni pattuiti. Lo sfratto per finita locazione può essere azionato solo dopo la scadenza naturale del contratto.
Mi occupo di diritto di famiglia, tutela delle persone “fragili”, contratti, recupero del credito e risarcimento del danno (anche da sinistro stradale). Sono convinta dell’importanza di cercare soluzioni conciliative che consentano di avvicinare posizioni distanti, così da evitare i tempi ed i costi del giudizio, che affronto con serietà e determinazione quando rappresenta l’unica via percorribile.
Diritto di famiglia, Incidenti stradali, Incapacità giuridica, Eredità e successioni, Affidamento, Recupero crediti, Contratti, Mediazione, Negoziazione assistita, Domiciliazioni, Separazione, Divorzio, Matrimonio, Risarcimento danni, Gratuito patrocinio.
Elisa Fea
Via Carlo Marro 14
Trinità (CN)
Il portale giuridico al servizio del cittadino ed in linea con il codice deontologico forense.
© Copyright IUSTLAB - Tutti i diritti riservati
Privacy e cookie policy