Lo studio dell' Avvocato Stefania Cita, esperta nel settore del diritto civile, offre assistenza legale qualificata per diritto di famiglia e tutela dei minori, infortunistica stradale, diritto del lavoro, recupero crediti, sfratti e locazioni, condominio, diritti del consumatore, procedure esecutive (mobiliari, immobiliari e presso terzi) ecc.
Il Piano del Consumatore: una soluzione per gestire i debiti Il Piano del Consumatore è una risorsa fondamentale per chi si trova in difficoltà economica e cerca un modo efficace per gestire i propri debiti senza dover ricorrere a procedure concorsuali complesse o dichiarazioni di fallimento. Questo strumento, introdotto dalla legge sul sovraindebitamento (legge n. 3/2012), è stato pensato per offrire una soluzione concreta e accessibile a soggetti non fallibili, come piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e consumatori. Grazie al Piano del Consumatore, i debitori possono proporre un piano personalizzato e sostenibile per ri
Lo studio legale dell'avvocato Stefania Cita è esperto in diverse aree del diritto civile, con una particolare attenzione al diritto di famiglia, alle successioni, al diritto del lavoro ed alle questioni immobiliari. L'esperienza maturata nel campo si affianca a una solida conoscenza del diritto italiano, garantendo ai clienti una consulenza completa e personalizzata. Inoltre, lo studio offre assistenza legale nella redazione di contratti, nella gestione di contenziosi in ambito civile, nel recupero crediti, nella tutela dei diritti del consumatore e nell’infortunistica stradale.
L' avvocato Stefania Cita, esperta in diritto di famiglia, offre assistenza legale qualificata per separazione dei coniugi, divorzio e tutela dei minori. Separazioni con negoziazione assistita, separazioni giudiziali e con addebito, modifica delle condizioni di separazione e divorzio, divorzi internazionali, convivenze, unioni civili, rettifica attribuzione sessuale. Pignoramenti per recupero coattivo mantenimento e spese straordinarie impagate.
Separazione, Divorzio, Matrimonio, Affidamento, Tutela dei minori, Recupero crediti, Pignoramento, Diritto del lavoro, Diritto condominiale, Locazioni, Sfratto, Incidenti stradali, Negoziazione assistita, Gratuito patrocinio, Risarcimento danni, Unioni civili, Incapacità giuridica, Eredità e successioni, Domiciliazioni, Adozione, Mediazione.
FOTO GIUSTIZIA E PC - Avv. CIVILISTA Cita Torino Licenza e sfratto per finita locazione Distinzione La distinzione tra licenza per finita locazione e sfratto per finita locazione è cruciale per comprendere le diverse fasi e modalità di recupero dell'immobile da parte del locatore nel contesto di un contratto di locazione. Questi strumenti giuridici, utilizzati in momenti e condizioni differenti, permettono al locatore di riottenere la disponibilità dell'immobile in maniera efficace. Di seguito, approfondisco ulteriormente i punti principali di queste due procedure giuridiche: Di seguito, approfondisco ulteriormente i punti principali di queste due procedure giuridiche: Licenza per finita locazione Caratteristiche principali: Tempistica: La licenza per finita locazione deve essere richiesta almeno sei mesi prima della scadenza naturale del contratto di locazione. Questa tempestività è essenziale per dare al conduttore un congruo preavviso e per permettere al locatore di organizzare in anticipo la rioccupazione o la nuova locazione dell'immobile. Procedura: Il locatore presenta una richiesta al giudice, che può emettere un'ordinanza per il rilascio dell'immobile alla data di scadenza del contratto. Questa ordinanza costituisce un titolo esecutivo che impone al conduttore di liberare l'immobile alla data stabilita. Finalità: Questa misura è preventiva e mira a garantire che il locatore possa riottenere la disponibilità dell'immobile immediatamente al termine del contratto, senza dover affrontare ulteriori ritardi. La licenza per finita locazione è quindi uno strumento di pianificazione e gestione del proprio
Quando si lavora, capita spesso di non essere saldati. Ai tempi della crisi le fatture non pagate crescono a dismisura ed allora per riscuote i crediti spettanti bisogna ricorrere ad un legale. Per riuscire al meglio nel proprio intento bisogna sicuramente scegliere lo Studio Legale con un avvocato esperto nella gestione del recupero credito in questo modo si risparmieranno tempo e denari ed i crediti arriveranno molto prima. E' necessario rivolgersi ad uno studio legale o ad un avvocato esperto nella consulenza ed assistenza legale alle imprese, in questo modo lo specialista sarà in grado di studiare la pratica del recupero crediti e trovare le migliori vie possibili per una transazione extragiudiziale o, qualora ne ravvedesse le necessità aprire la fase giudiziale vera e propria. Recuperare i crediti è una attività importante e solo chi è esperto in materia riesce a mettere in campo la giusta delicatezza nei confronti di ambo le parti e sopratutto a tutelare al meglio il creditore, anche perchè è bene ricordare che l'attuale sistema giuridico italiano non tutela ancora al meglio il creditore. Recuperare crediti spesso è difficile per questo la prima mossa da fare è cercare insieme al professionista una trattativa extragiudiziale in modo da non dover trovarsi in mano ad un burocrazia lenta e troppo ricca di formalismi. Insieme all'avvocato incaricato è dunque giusto studiare la via migliore per ottenere al più presto il credito dovuto prendendo in considerazione l'effettiva, non la presunta, consistenza del patrimonio del debitore. Ricorrere ad una trattativa extragiudiziale anche detta come stragiudiziale cons
I casi di irreperibilità del coniuge sono più frequenti di quanto non si possa immaginare. La condizione di irreperibilità si verifica nel momento in cui una delle due parti fa in modo di non lasciare un recapito a cui può essere rintracciato. I modi per rendersi irreperibile sono diversi: trasferimento di residenza senza comunicare lo spostamento, trasferimento all'estero senza comunicazione al consolato sono le fattispecie più comuni quando si tratta di cittadini italiani. Ma l'irreperibilità è frequente soprattutto per i cittadini stranieri che, dopo la separazione dal coniuge, scelgono di tornare nel loro Paese o di andare in un altro Stato estero facendo perdere le loro tracce. Anche quando il coniuge diventa irreperibile e non dà più notizie di sé è possibile ottenere la separazione ed il divorzio. Per chiedere la separazione/divorzio da un coniuge irreperibile è necessario aprire un contenzioso giuridico. Si deve, quindi, avviare una procedura tramite l'avvocato, tenuto a depositare presso il tribunale competente il ricorso e le motivazioni della richiesta. Queste devono essere recapitate all'altro coniuge insieme alla data fissata per l'udienza: l'istanza non verrà mai recapitata all'altra parte, perché il tutto viene inoltrato all'ultimo indirizzo conosciuto, al quale il coniuge si è reso irreperibile. Tuttavia, non sono rari i casi in cui, nel momento in cui viene recapitata l'istanza all'ultimo indirizzo riconosciuto, il coniuge irreperibile faccia la sua ricomparsa. In questo caso è possibile avviare la procedura consensuale, se vengono raggiunti degli accordi. Durante l'udienza, se il giudice....
All'interno del condominio la situazione più frequente è quella di un proprietario che non assolve con regolarità ai propri impegni, ma non mancano nella realtà casi in cui l'affittuario si trovi nella stessa situazione. Le spese condominiali rientrano negli oneri accessori del contratto di locazione e rappresentano una componente della stessa importanza del canone di affitto. Indipendentemente da quelli che sono gli accordi tra locatore e affittuario su quali spese rientrino negli oneri condominiali, ci si pone il dubbio su cosa fare quando l'inquilino non paga utenze e spese condominiali. Analizziamo insieme le possibili alternative. Stabiliamo innanzitutto un principio molto importante. Nel caso in cui l'inquilino risulti moroso nei confronti del condominio per utenze e spese condominiali, l'amministratore non potrà rivalersi nei confronti di questo ma dovrà necessariamente agire nei confronti del proprietario di casa. Sarà poi il locatore a rivalersi sull'affittuario per recuperare, in maniera giudiziale o stragiudiziale, le somme anticipate per suo conto. Stabiliamo innanzitutto quali sono le spese condominiali che l'affittuario deve pagare. Per stabilire gli oneri che dovranno essere addebitati all'uno o all'altro ci viene in soccorso la legge sull'equo canone che elenca nello specifico le diverse voci. All'affittuario spettano tutte le spese che rientrano nell'ordinaria amministrazione come le spese per la pulizia, il funzionamento dell'ascensore, le spese per le utenze relative all'energia elettrica e all'acqua, per il riscaldamento qualora centralizzato e per il 90% del servizio di portineria. Tutte...
E' noto che negli ultimi anni l'incidenza degli sfratti per morosità sia notevolmente aumentata. Questa procedura ha delle regole ferree ed una procedura specifica che tutelano l'inquilino e per arrivare al termine dell'iter è richiesto molto tempo, per questo motivo è consigliato iniziare la procedura fin dal verificarsi della prima morosità. La prima cosa da fare è sollecitare il pagamento degli arretrati con una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno inviata all'inquilino. In essa si sollecita l'inquilino a versare le somme dovute. E' consigliabile rivolgersi ad un avvocato esperto in materia. Se la morosità persiste è necessario recarsi da un avvocato per la notifica di un atto di intimazione di sfratto con contestuale citazione per la convalida davanti al tribunale dell'inquilino moroso. I termini di questa citazione sono comunque non brevi (20 giorni dopo il perfezionarmento della notifica). Arrivati dal giudice, l'inquilino ha facoltà di chiedere un "termine di grazia" che stabilirà il giudice, la legge prevede che possa essere di durata fino a 3 mesi. In questo termine l'inquilino deve sanare la morosità. Se non recupera entro il termine, l'avvocato chiederà la convalida dello sfratto. L'inquilino può, inoltre, opporsi allo sfratto, ad esempio contestando le somme dovute.Termini più brevi se l'inquilino non si presenta all'udienza o non di oppone perché in questo caso il giudice convalida lo sfratto fin da subito ed emette un atto esecutivo con cui gli ufficiali giudiziari potranno eseguire lo sfratto. L'atto di convalida di sfratto insieme all'atto di precetto, a cura dell'avvocato procedente...
Divorzio Giudiziale e Consensuale: Cosa Sapere La normativa vigente stabilisce che è possibile richiedere il divorzio giudiziale dopo dodici mesi dall'udienza di separazione contenziosa o, in alternativa, optare per il divorzio congiunto trascorsi sei mesi dalla separazione consensuale. Durante questi periodi, i coniugi restano legalmente sposati, esclusi dalla possibilità di nuove nozze. Al termine di tale intervallo, è ammessa la domanda di divorzio da parte di entrambi i coniugi o di uno solo di essi. Nel caso del divorzio congiunto, le parti raggiungono un accordo che viene poi sottoposto al tribunale per l'approvazione attraverso un ricorso. In questa procedura, è sufficiente l'intervento di un unico avvocato divorzista che si assume la responsabilità di tutelare gli interessi di entrambi i coniugi e, se presenti, quelli dei figli. Al contrario, il divorzio giudiziale può essere avviato anche unilateralmente e implica un processo civile con un confronto tra le parti, finalizzato a stabilire responsabilità e condizioni, valutando testimonianze e prove. Questo tipo di divorzio tende a richiedere tempi più lunghi. È chiaro che il divorzio consensuale si adatta a situazioni in cui il conflitto tra le parti è minimo o assente, mentre il divorzio giudiziale diventa essenziale quando sussiste disaccordo su questioni cruciali post-matrimoniali, come il sostegno economico, l'assegnazione dell'abitazione, i diritti di custodia e visita dei figli e i correlati obblighi di mantenimento. Anche la questione dell'addebito del divorzio assume rilevanza: se dimostrato, può limitare i diritti economici del coniuge ....
Nel panorama legale italiano, l'assegnazione della parte del trattamento di fine rapporto (TFR) dopo il divorzio solleva questioni delicate e richiede un chiarimento preciso delle norme vigenti. Si è discusso ampiamente se tale disposizione si applichi immediatamente dopo la separazione della coppia o solo dopo il decreto di divorzio. Secondo la legge sul divorzio, il coniuge cui è stata pronunciata la sentenza di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, a determinate condizioni, a una quota del TFR dell'altro coniuge. Questo diritto è garantito solo se il coniuge non si è risposato ed è già beneficiario di un assegno di mantenimento. La percentuale assegnata è pari al 40% dell'intera indennità relativa agli anni in cui il rapporto di lavoro coincideva con il matrimonio. Tale disposizione si basa sul principio che ciascun coniuge contribuisce economicamente al benessere dell'altro, incluso il TFR considerato come una forma di retribuzione differita. Tuttavia, la lettera della legge sembrerebbe limitare questa trasferibilità solo dopo il divorzio effettivo. Per quanto riguarda la separazione, la giurisprudenza attuale stabilisce che il diritto alla quota di TFR sorge solo dopo il divorzio. Pertanto, se il coniuge obbligato al pagamento degli alimenti riceve il TFR mentre è ancora separato legalmente, non è tenuto a condividere il 40% con l'ex partner. È importante sottolineare che la divisione del TFR può avvenire prima del divorzio solo se l'indennità matura e viene percepita dopo la presentazione della domanda di divorzio, non se è stata ottenuta prima di tale procedura.La Cor..
Come il recupero crediti può favorire la salute finanziaria della tua azienda. Nel contesto economico odierno, è essenziale che le aziende gestiscano con attenzione il proprio flusso di cassa e mantengano un controllo saldo dei crediti. Il recupero crediti rappresenta un aspetto vitale per garantire la stabilità finanziaria e la crescita delle imprese. Affrontare prontamente e in modo efficace le situazioni di crediti non pagati può fare la differenza tra il successo e la difficoltà finanziaria. L'Avvocato del Recupero Crediti: Il Pilastro Fondamentale per la stabilità finanziaria aziendale. Nel panorama economico attuale, la gestione efficace dei crediti rappresenta un elemento cruciale per il successo delle aziende. Quando si tratta di affrontare crediti insoluti, la figura dell'avvocato specializzato nel recupero crediti emerge come una risorsa inestimabile, soprattutto nelle procedure esecutive mobiliari, immobiliari, pignoramenti e ingiunzioni. L'importanza di un avvocato specializzato nel recupero crediti per le aziende. Affidare il recupero crediti a un avvocato specializzato comporta numerosi vantaggi per le aziende: 1. Gestione mirata e personalizzata dei casi. Ogni situazione di credito insoluta è unica. L'avvocato specializzato nel recupero crediti adatta le strategie di recupero in base alle peculiarità del caso, garantendo un approccio su misura che massimizzi le possibilità di successo. 2. Comunicazione e negoziazione. L'avvocato intraprende comunicazioni dirette con i debitori, cercando di risolvere la questione senza la necessità di azioni legali, attraverso la negoziazione e la ricerca di s..
L' INQUILINO CHE NON PAGA LE SPESE CONDOMINIALI. All'interno del condominio la situazione più frequente è quella di un proprietario che non assolve con regolarità ai propri impegni, ma non mancano nella realtà casi in cui l'affittuario si trovi nella stessa situazione. Le spese condominiali rientrano negli oneri accessori del contratto di locazione e rappresentano una componente della stessa importanza del canone di affitto. Indipendentemente da quelli che sono gli accordi tra locatore e affittuario su quali spese rientrino negli oneri condominiali, ci si pone il dubbio su cosa fare quando l'inquilino non paga utenze e spese condominiali. Analizziamo insieme le possibili alternative. Stabiliamo innanzitutto un principio molto importante. Nel caso in cui l'inquilino risulti moroso nei confronti del condominio per utenze e spese condominiali, l'amministratore non potrà rivalersi nei confronti di questo ma dovrà necessariamente agire nei confronti del proprietario di casa. Sarà poi il locatore a rivalersi sull'affittuario per recuperare, in maniera giudiziale o stragiudiziale, le somme anticipate per suo conto. Stabiliamo innanzitutto quali sono le spese condominiali che l'affittuario deve pagare. Per stabilire gli oneri che dovranno essere addebitati all'uno o all'altro ci viene in soccorso la legge sull'equo canone che elenca nello specifico le diverse voci. All'affittuario spettano tutte le spese che rientrano nell'ordinaria amministrazione come le spese per la pulizia, il funzionamento dell'ascensore, le spese per le utenze relative all'energia elettrica e all'acqua, per il riscaldamento qualora c...
RECUPERO COATTIVO DEGLI ONERI CONDOMINIALI Uno dei problemi più comuni nei condomini è quello del recupero crediti per oneri condominiali, che colpisce in maniera particolare tutti i proprietari di unità abitative poste all'interno di un edificio condominiale. Le morosità vengono contestate direttamente all'amministratore, che in questa situazione specifica è ritenuto il responsabile della condizione di debito in cui vengono sottoposti. CONDOMINIO: RECUPERO COATTIVO ONERI CONDOMINIALI Con la normativa del condominio, l'amministratore ha come obiettivo quello di agire per ottenere e riscuotere i crediti mancanti. Si tratta di un obbligo che quest'ultimo può attivare senza aver discusso il problema in assemblea. In linea generale si aziona entro 6 mesi prima che si conclude l'anno amministrativo nel quale il credito riscuotibile è incluso. L'amministratore attraverso la scelta giudiziale ha la possibilità di ottenere quel credito non riscosso mediante un legale di fiducia competente in questo settore. CONSEGUENZE LEGALI A SEGUITO DEL MANCATO PAGAMENTO DEGLI ONOERI CONDOMINIALI Le conseguenze per i mancati pagamenti condominiali sono decisamente serie, in quanto all'esecuzione forzata, il condominio ha l'occasione di attaccare l'immobile della persona morosa, iscrivendo la proprietà all'ipoteca per poi metterla all'asta. Anche gli affittuari possono subire delle conseguenze serie a seguito del recupero coattivo degli oneri condominiali tra cui vi è il pignoramento di pigioni e stipendi, a differenza del proprietario dell'immobile che dovrà restituire tutto il credito mancante all'amministratore compresi gli in
Negoziazione Assistita per Separazioni e Divorzi La negoziazione assistita, introdotta con la legge n. 162 del 2014, ha rappresentato una svolta significativa nelle procedure di separazione e divorzio in Italia. Questa normativa ha permesso di snellire e velocizzare i procedimenti legali, offrendo una valida alternativa rispetto al tradizionale ricorso al tribunale. Questo metodo consente ai coniugi di ottenere il divorzio o la separazione in modo più rapido e semplice. Anziché affrontare lunghe e costose battaglie legali, i coniugi possono affidarsi a un avvocato divorzista di fiducia ciascuno e firmare un accordo consensuale. Così facendo, si evita il ricorso al tribunale e si semplifica notevolmente il procedimento, riducendo tempi e costi. La negoziazione assistita offre anche un contesto più sereno e controllato per affrontare le delicate questioni familiari. Questo approccio favorisce la dignità e il rispetto reciproco tra i coniugi, facilitando una transizione più armoniosa verso una nuova fase della vita. Procedura della Negoziazione Assistita Avvio della Procedura: Un coniuge, tramite il proprio avvocato, comunica all'altro coniuge l'intenzione di procedere con la negoziazione assistita mediante una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. L'altro coniuge, se d'accordo, si rivolgerà al proprio avvocato. Stipulazione della Convenzione: Gli avvocati dei due coniugi redigeranno una convenzione di negoziazione assistita. I coniugi firmeranno un accordo che stabilisce un termine per la procedura, che varia da uno a quattro mesi. Ruolo degli Avvocati: Ogni coniuge deve essere assistito dal proprio avv..
La disciplina relativa all'affidamento dei figli in caso di separazione dei genitori ha subito negli anni una vera rivoluzione. Ad oggi, in virtù della legge 54 del 2006, è previsto che il regime ordinario sia quello dell'affidamento condiviso con collocamento del minore presso uno dei genitori. Per i grandi minori è prevista anche l'audizione degli stessi al fine di determinare con quale dei due vuole convivere. Problemi possono sorgere quando il minore rifiuta di vedere il genitore non collocatario. Cosa fare in questo caso? Le disposizioni normative da tenere in considerazione sono diverse, ma non sono l'unico punto di riferimento, infatti, in materia anche la giurisprudenza ha una certa rilevanza. L'articolo 337 del Codice Civile stabilisce il diritto del figlio ad avere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, ma la cosa si complica se il figlio non vuole vedere uno dei genitori e manifesti malessere. In tali casi è necessario capire qual è l'interesse preminente del minore. In queste situazioni è di fondamentale rilevanza rivolgersi alla consulenza specialistica di un avvocato divorzista esperto in diritto di famiglia e minori. Ovviamente il genitore non collocatario avrà interesse a far valere questo diritto del minore e di conseguenza dovrà rivolgersi al tribunale affinché adotti dei provvedimenti idonei a ristabilire l'equilibrio. Nella maggior parte dei casi il genitore non collocatario si rivolge al giudice assumendo che l'altro genitore ha un comportamento denigratorio nei propri confronti e di conseguenza questo genera il rifiuto del minore di frequentarlo. Solitamente quando
L’art. 333 ter del codice civile sancisce il diritto, da parte del minore, oltreché di mantenere un rapporto costante con ambedue i genitori, di ricevere assistenza morale, cura, educazione e istruzione. Non solo: il figlio avrà, altresì, diritto a conservare rapporti con i nonni e, più in generale, con i parenti. Solitamente l’affidamento condiviso è considerato la regola, dato che, così facendo, viene assicurato l’esercizio della responsabilità genitoriale sia da parte del padre che della madre (entrambi parteciperanno all’educazione dei minori, prenderanno insieme decisioni legate alla scuola, alle scelte mediche, all'istruzione e così via). Mentre in caso di disaccordo sulle faccende più rilevanti, i genitori dovranno necessariamente ricorrere all’intervento del giudice, che quindi deciderà al loro posto. Se anche tu ti trovi in situazioni del genere, l’Avvocato divorzista e familiarista Stefania Cita saprà consigliarti al meglio e ti aiuterà ad affrontare la delicata fase dell’affidamento condiviso (sia esso paritario o prevalente). Affido condiviso dei minori con collocamento paritario: di cosa si tratta Esso, infatti, prevede semplicemente che il minore abbia la stabile residenza presso il padre o la madre (genitore collocatario). L’altro genitore (non collocatario), avrà diritto a far visita al figlio, a tenerlo presso la propria abitazione alcuni giorni, nell’arco della settimana (che di solito sono due o tre) oltre a fine settimana alternati. Il tutto previo accordo. Per quanto invece concerne il mantenimento, appare opportuno precisare che il genitore non collocatario dovrà corrispondere al genitore..
Quando una coppia di genitori si separa, indipendentemente dal fatto che siano sposati o meno, devono affrontare la questione delicata dell'affidamento dei loro figli. Prima del 2006, il diritto di custodia dei figli minori era spesso assegnato esclusivamente alla madre. Tuttavia, con l'introduzione della legge 54/2006, che regolamenta la separazione dei genitori e la condivisione della custodia dei figli, si è iniziato a parlare di 'bigenitorialità'. L'affido condiviso, introdotto dalla riforma del 2006, favorisce un rapporto equilibrato dei figli con entrambi i genitori, evitando una brusca interruzione del legame affettivo con uno dei due. Questo modello è preferito dai tribunali in quanto permette ai minori di mantenere legami affettivi ed educativi significativi con entrambi i genitori, nonché di mantenere legami significativi con i parenti di entrambi i lati familiari. Di conseguenza, la condivisione della custodia è diventata la norma, sostituendo il precedente affidamento esclusivo, salvo in situazioni in cui sia considerato dannoso per il benessere del minore. Infatti, il giudice può optare per l'affido esclusivo quando la conflittualità estrema tra i genitori impedisce una collaborazione costruttiva nell'interesse dei figli. In queste situazioni, se l'affido condiviso è dannoso per il benessere psico-fisico del minore, la potestà genitoriale esclusiva viene assegnata a un solo genitore, mentre l'altro ottiene il diritto di visita secondo le disposizioni del giudice. In circostanze eccezionali, come gravi inadempienze genitoriali o comportamenti pregiudizievoli, il giudice può disporre un affido esclu
In un contesto di crisi economica in Italia, l'eventualità del licenziamento diventa una delle spiacevoli sorprese con cui ci si può confrontare. Affrontare le problematiche sul lavoro richiede un approccio riflessivo e professionale. Trovare un avvocato esperto in diritto del lavoro può essere la chiave per ottenere l'assistenza adeguata in momenti difficili. L'avvocato specializzato in cause del lavoro si presenta come il professionista paziente e competente in grado di guidare il lavoratore attraverso il complesso mondo della giustizia. Nelle questioni lavorative, esiste la possibilità di ricorrere a transazioni extragiudiziali, specialmente quando il datore di lavoro ha debiti nei confronti dell'impiegato. Grazie all'assistenza legale, è possibile risolvere situazioni simili senza dover ricorrere ad azioni legali. La transazione extragiudiziale, che permette una contrattazione al di fuori dei tribunali, rappresenta un approccio economicamente vantaggioso. In questo caso, si salda solamente l'onorario dell'avvocato, il quale ha mediato per raggiungere l'accordo desiderato dal cliente. Se, tuttavia, le mediazioni non portano a una soluzione e la transazione extragiudiziale non è possibile, diventa necessario intraprendere azioni legali davanti ai tribunali, sempre con il supporto dell'avvocato. L'avvocato specializzato in diritto del lavoro si occupa attentamente di ogni dettaglio della situazione proposta dal cliente. Questo è particolarmente cruciale in un contesto normativo complesso come quello attuale, in cui i professionisti legali che gestiscono questioni legate al mondo del lavoro devono affrontare s
La tutela del diritto alla retribuzione Il pagamento dello stipendio rappresenta uno dei principali diritti riconosciuti al lavoratore, il quale deve esigere di ricevere mensilmente la propria busta paga, con relativo e corrispondente versamento dello stipendio, senza alcun ritardo o irregolarità. Ciò viene stabilito dall'art. 2099 c.c. che sancisce espressamente il diritto alla retribuzione e, dunque, a ricevere il compenso da parte del datore di lavoro per l'attività prestata nei modi e tempi stabiliti dal contratto di lavoro. Sempre più spesso si assiste a situazioni in cui il datore di lavoro non paga il suo dipendente, lo paga in ritardo o, cosa ancora peggiore, quanto gli viene corrisposto non è in linea con quanto dichiarato in busta paga. Si tratta si situazioni purtroppo assai comuni al giorno d'oggi, situazioni che, però, il legislatore ha provveduto a limitare attraverso forti forme di tutela nei confronti del lavoratore: la legge, infatti, si è mossa affinché venisse garantito il recupero dei crediti dovuti. Azioni a disposizione del lavoratore per richiedere il pagamento degli stipendi arretrati Quando il datore di lavoro è moroso, il lavoratore può chiedere il pagamento del suo credito sino ai 5 anni successivi dopo la fine del rapporto di lavoro. Affinché il lavoratore riesca nel suo intento, gli sono state messe a disposizione dalla legge alcune possibili azioni da attuare per difendersi da tale mancanza e recuperare gli stipendi arretrati. Dimissioni per giusta causa In caso di mancata retribuzione lavorativa per almeno due mesi consecutivi, il lavoratore può decidere di optare per le ...
Gli incidenti stradali sono purtroppo molto comuni e quando capita di esserne coinvolti si subiscono dei danni più o meno gravi che l'assicurazione deve risarcire. Ovviamente la vittima deve provare con un'idonea certificazione di essere stato danneggiato materialmente e/o fisicamente e la compagnia di assicurazione, dopo un'attenta valutazione, provvederà a versare una certa cifra come risarcimento. Si tratta però di un procedimento piuttosto lungo perché le assicurazioni non sono mai ansiose di saldare i propri debiti e spesso "giocano al ribasso", cioè cercano di risarcire il danno subito con una cifra il più bassa possibile e così la vittima, oltre al danno subisce anche la beffa. L'unico modo per riuscire a vedere riconosciuti pienamente i propri diritti è quello di affidare la pratica ad un avvocato, ma spesso vi si rinuncia perché si ritiene che si tratti di un'azione costosa, invece non è così. Le norme in materia di risarcimento danni prevedono che in questi casi l'onorario del legale venga saldato dall'assicurazione una volta conclusa la pratica. I vantaggi che derivano dall'assistenza di un avvocato sono indubbi. Oltre alla gratuità del patrocinio, ci si può avvalere del parere di medici di fiducia esperti in materia di danni derivanti da sinistri e delle loro conseguenze anche a lungo termine. La liquidazione da parte dell'assicurazione avviene in tempi brevi e soprattutto la cifra riconosciuta è congrua a risarcire i danni materiali e fisici subiti. Qualora la cifra proposta dall'assicurazione non sia soddisfacente, l'unica soluzione, per vedere riconosciuti i propri diritti, è quella di promuo...
La revoca dell'assegno di mantenimento per i figli lavoratori in nero: aspetti giuridici e giurisprudenza Introduzione La questione della revoca dell'assegno di mantenimento per i figli che lavorano in nero è un tema complesso e delicato, che coinvolge diverse aree del diritto familiare e del diritto del lavoro. In Italia, l'assegno di mantenimento è previsto per garantire il benessere dei figli e del coniuge economicamente più debole dopo la separazione o il divorzio. Tuttavia, la presenza di redditi da lavoro in nero può influenzare significativamente la determinazione di tale assegno. Normativa di Riferimento La disciplina dell'assegno di mantenimento trova il suo fondamento nell'articolo 156 del Codice Civile italiano, che prevede l'obbligo per un coniuge di provvedere al mantenimento dell'altro coniuge e dei figli nel caso in cui questi ultimi non siano economicamente autosufficienti. Inoltre, il Codice Civile stabilisce che la determinazione dell'assegno debba tenere conto delle capacità economiche di entrambi i coniugi, comprese quelle non ufficialmente dichiarate. Giurisprudenza e Lavoro in Nero La Corte di Cassazione ha affrontato più volte il tema del lavoro in nero in relazione all'assegno di mantenimento. Le sentenze della Corte hanno stabilito che i redditi da lavoro in nero devono essere considerati nel calcolo delle capacità economiche del soggetto obbligato al mantenimento. Questo principio è stato ribadito in numerose decisioni, tra cui la sentenza n. 22616 del 2022 e la sentenza n. 21047 del 2004, che affermano che il reddito da attività lavorativa non dichiarata può influenzare la determi
Amministrazione di sostegno Immaginate di trovarvi in una situazione in cui un vostro caro, a causa di una malattia o un incidente, non è più in grado di gestire autonomamente i propri affari personali e patrimoniali. Come potete aiutarlo? Ecco la soluzione: l'amministrazione di sostegno! Questa figura legale può essere un faro nella tempesta per chi si trova ad attraversare momenti difficili della vita. In questo post approfondiremo il significato, le modalità e tutte le risorse utili che riguardano questa preziosa protezione. L'amministrazione di sostegno consente alla persona fragilizzata - ma anche alle famiglie coinvolte -di ottenere assistenza concreta nella gestione dei bisogni quotidiani senza togliergli la dignità né invadere completamente la sua sfera personale. Ma come funziona esattamente? Chi sono gli attori coinvolti nel processo? Qual è il ruolo del giudice tutelare e dell’amministratore? Nel nostro prossimo articolo intitolato "Amministrazione di Sostegno", cercheremo insieme le risposte a queste domande cruciali ed esploreremo ogni aspetto importante legato a questa misura protettiva che rappresenta uno strumento essenziale nell'assistenza agli individui vulnerabili. Requisiti e condizioni per l'amministrazione di sostegno L'amministrazione di sostegno è un istituto giuridico che ha lo scopo di proteggere e assistere le persone che non sono in grado di prendere decisioni autonome a causa di una malattia, un'invalidità o una degenerazione mentale. Per poter richiedere l'amministrazione di sostegno, è necessario dimostrare che la persona in questione è effettivamente incapace di gestire i ....
La sempre crescente libertà di circolazione ha dato luogo all’esistenza di fenomeni nuovi e significativi: aumenta il numero di persone di diversa cittadinanza che scelgono di contrarre matrimonio e si incrementano le eventualità in cui si decide di sciogliere questi legami. Come si regolano i rapporti conseguenti alle unioni tra cittadini appartenenti a Paesi diversi? Come si svolge un procedimento di separazione o divorzio che fa riferimento a un matrimonio contratto all’estero? In tali casi - e in altri simili - entrano in vigore le norme di diritto internazionale, con un’efficacia che, pur essendo prevalente sulle norme interne dei diversi Stati, talvolta si svolge in sinergia con queste ultime. 1. DIVORZIO INTERNAZIONALE LA DISCIPLINA DI RIFERIMENTO Un’ipotesi peculiare di scioglimento del matrimonio è rappresentata dal cosiddetto "divorzio internazionale", che ha luogo quando i coniugi non sono cittadini dello stesso Stato, oppure qualora nel procedimento sussistano altri elementi di internazionalità. La fattispecie si riferisce non solo ai coniugi di cittadinanza diversa, ma anche ai cittadini italiani, residenti in un paese estero, che intendono divorziare in Italia, oppure agli stranieri che chiedono il divorzio nel nostro Paese. In tutti questi casi è necessario individuare la legge da seguire nel procedimento e, per farlo, si applicano le norme di diritto internazionale comune. Vediamo, quindi, quali sono queste norme, in quale ambito operano e qual è l’effetto che una sentenza emessa all’estero produce in Italia. 2. I PROCEDIMENTI DI SEPARAZIONE E DIVORZIO INTERNAZIONALE: LA DISCIPLINA UE
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